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Nuovo filmato su alfemminile.com: Pianto e contatto oculare
Continua la collaborazione con alfemminile.com con un nuovo filmato dedicato al pianto e al contatto oculare. Potete vedere la clip qui.
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Incoraggiare l’uso del linguaggio nei bambini con difficoltà linguistica: strategie utili. Il contatto oculare.
Molto spesso i genitori che cominciano un percorso riabilitativo mi chiedono perché il loro bambino ha un disturbo di linguaggio; si sentono in colpa e pensano di avere sbagliato qualcosa durante la crescita del figlio.
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Competenze comunicative e contatto oculare nel neonato
Diversi studi hanno dimostrato che il neonato è interessato ai volti fin dalle prime ore di vita. In particolare è attratto da tre punti focali: gli occhi e la bocca, che formano un triangolo. Il neonato è biologicamente predisposto a questo interesse ed il momento del primo contatto di sguardo con la mamma è specialissimo.
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Il codice intimo del contatto: il linguaggio del neonato e la relazione di attaccamento
di Daniela Clemente, logopedista ed insegnante di massaggio infantile A.I.M.I. *** In questo articolo parliamo di un ambito molto importante e spesso sottovalutato ovvero la sfera comunicativa tra genitori e neonati in una fase della vita dei piccoli in cui le parole ancora non sono parte del “linguaggio”. Il bambino viene al mondo con l’intenzione precisa di entrare in relazione con chi si prende cura di lui e lo riesce a comunicare molto bene anche senza l’uso delle parole: il piccolo, attraverso i suoi segnali, quali il pianto, il sorriso, la mimica facciale, cerca di coinvolgere la madre o l’adulto che si prende cura di lui.
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Strategie utili alla promozione del linguaggio: strategie non verbali, para-verbali e verbali
Tutti noi mettiamo in atto, in modo più o meno consapevole, degli atteggiamenti atti a promuovere ed incoraggiare il bambino che inizia a parlare. Più il bambino è piccolo, più è facile che questi atteggiamenti siano di tipo non verbale o para-verbale, più cresce più si tende ad utilizzare strategie di tipo verbale.
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Balbuzie: tra falsi miti e verità. Cosa fare: aspettare o intervenire?
di Roberta Perosa, Logopedista *** Da anni mi occupo di balbuzie, ma mi rendo conto che ci sono ancora molti luoghi comuni da sfatare, falsi miti che fanno fatica a scomparire e molto spesso le domande che mi pongono i genitori durante i primi colloqui riportano frequentemente gli stessi dubbi. Partendo da qui, perché allora non spiegare meglio cos’è la balbuzie e cercare di rispondere a quelle domande che più volte ci vengono poste? Cercare di fare chiarezza mi sembra il primo passo per entrare in questo mondo, dove c’è ancora tanto da scoprire! Quest’articolo è quindi indirizzato a tutti i genitori di bambini che balbettano e a tutti coloro…
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Puntini, parole volanti e prime combinazioni di parole
Guest post di Jenny Rio, Logopedista VERBA VOLANT Il linguaggio che utilizziamo quotidianamente con i nostri bambini per chiacchierare, spiegarci, fare domande e dare risposte, è costituito da sequenze di suoni che si susseguono rapidamente. Chi parla articola questi suoni in modo veloce e, possibilmente, accurato e chi ascolta li percepisce e li decodifica altrettanto velocemente, riconoscendo le parole e i loro significati. Quando una mamma o un papà propone sorridendo al proprio bambino di giocare con la palla dicendo: “Giochiamo con la palla”, usa una sequenza ordinata di suoni strettamente legati gli uni agli altri nella loro articolazione e caratterizzati da un’intonazione tutta particolare adeguata al contesto di gioco. /ʤoˈkjamokonlaˈpal:a/…
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Giocare non è uno scherzo: prerequisiti alla comunicazione e all’apprendimento.
Nel mio lavoro di logopedista incontro molti bambini e la varietà di caratteri e personalità è infinita; chi più o meno attento, chi più o meno vivace, sorridente, riservato … in ogni caso, ciascuno a modo proprio, affronta la valutazione del linguaggio e i test proposti con tutte le risorse che ha. Spesso i genitori che si rivolgono al logopedista focalizzano le loro preoccupazioni sul sintomo disturbo di linguaggio (che sia esso assente, ipoevoluto o distorto), ma approfondendo “saltano fuori” anche altre preoccupazioni: non sta mai fermo, non ascolta, è distratto, piange per niente … ecco qui è il punto.
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Stimolare il linguaggio con i giusti atteggiamenti: mamma e papà potete fare molto!
Come aiutare il vostro bambino ad esprimersi meglio? Perchè si rifiuta di ripetere?Perchè sembra così poco interessato al linguaggio? Come intervenire quando dice male una parola o se non lo capisco?
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Le prime relazioni del bambino di Lynne Murray: un libro per conoscere meglio i nostri bimbi
Il libro “Le prime relazioni del bambino – dalla nascita a due anni, i legami fondamentali per lo sviluppo” di Lynne Murray è un libro che parla ai genitori. E’ già da un po’ di tempo che scrivo testi dedicati ai genitori sullo sviluppo del linguaggio, sul benessere comunicativo e su come orientarsi quando un bambino è molto piccolo. L’esigenza nasce oltre che da una mia personale passione per i bambini piccoli e per il concetto di prevenzione, anche dal fatto che in questo ambito c’è poca letteratura indirizzata ai genitori che vogliano approfondire le proprie conoscenze.