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Difficoltà o Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA)?
di Viviana Gariuolo, logopedista “…quando è ora di giocare sei sempre pronto, mentre adesso che devi leggere…” Non è facile identificare quando in un bambino che legge male vi è un profilo deficitario e quando un semplice rallentamento nell’acquisizione di alcune competenze necessarie per apprendere a scuola. Proviamo a fare chiarezza.
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Il disturbo del linguaggio non è una patologia. Ecco perché è importante la valutazione logopedica
La cosa più difficile da comprendere dei disturbi del linguaggio così detti specifici, è che non sono delle patologie. Cosa significa? Significa, per esempio, che molti dei bambini che manifestano difficoltà espressive linguistiche, sono bambini che conservano un normale sviluppo in tutte le altre competenze: sono cioè bambini sani, che hanno avuto un normale sviluppo motorio, per esempio hanno camminato intorno all’anno o poco più. Sono bambini che si alimentano normalmente, che si relazionano e che sembrano comprendere bene le parole che vengono rivolte loro. Anche lo sviluppo cognitivo è adeguato, sono bimbi che giocano e che sono interessati al mondo che li circonda. A questo punto accade il malinteso.
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Mese della Scuola: parliamo di disturbi di apprendimento
di Maria Silvia Mazzocchi, Logopedista Con la ripresa di settembre e il Mese della Scuola 2016, Mamma Logopedista dedicherà maggiore spazio al tema dei Disturbi dell’Apprendimento, specifici e non specifici e qui inizia anche la mia avventura sul web. La decisione di creare un nuovo spazio interamente dedicato agli apprendimenti nasce dal mio desiderio di aiutare la famiglie a orientarsi in un mondo purtroppo non semplice per i propri bambini, ma con molte e ampie possibilità di miglioramento e aiuto, talvolta di risoluzione. Non vorrei però trascurare di dirvi che questo spazio sarà anche pensato per gli insegnanti e i colleghi logopedisti perché crediamo fermamente che solo da una collaborazione attiva,…
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Giocare non è uno scherzo: prerequisiti alla comunicazione e all’apprendimento.
Nel mio lavoro di logopedista incontro molti bambini e la varietà di caratteri e personalità è infinita; chi più o meno attento, chi più o meno vivace, sorridente, riservato … in ogni caso, ciascuno a modo proprio, affronta la valutazione del linguaggio e i test proposti con tutte le risorse che ha. Spesso i genitori che si rivolgono al logopedista focalizzano le loro preoccupazioni sul sintomo disturbo di linguaggio (che sia esso assente, ipoevoluto o distorto), ma approfondendo “saltano fuori” anche altre preoccupazioni: non sta mai fermo, non ascolta, è distratto, piange per niente … ecco qui è il punto.
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Disturbi Specifici di Apprendimento: il metodo sillabico
di Mariangela Di Gerlando, logopedista I Disturbi di Apprendimento sono presenti in Italia con una percentuale che va dal 3 al 5 % e negli anni con la continua formazione e con la legge 170 dell’8 ottobre 2010, si è riusciti ad identificare e quindi definire le difficoltà che questi ragazzi incontravano nel loro percorso scolastico, spesso confusa con incapacità e svogliatezza. La legge in materia promulga e riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimendo, denominati DSA, che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali…
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Disturbi specifici di Apprendimento: obiettivo autonomia
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento riguardano la capacità di leggere, di scrivere e di eseguire calcoli matematici ed emergono nel periodo in cui queste abilità vengono insegnate, nel corso delle scuole elementari. Essi comprendono: la Dislessia (disturbo di lettura), la Disortografia e la Disgrafia (disturbi della scrittura dal punto di vista costruttivo ed esecutivo) e la Discalculia (disturbo del calcolo).
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Domanda del mese: disturbi di linguaggio e difficoltà di apprendimento
Riprende oggi la rubrica “Domanda del mese” con un argomento che interessa moltissimi di voi: l’ingresso alla scuola primaria.
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Trattamento logopedico: tempi e modi
E’ difficile immaginare in cosa consista un trattamento logopedico sul linguaggio e, forse, è anche difficile spiegarlo, ma proviamoci.
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Strategie utili alla promozione del linguaggio: strategie non verbali, para-verbali e verbali
Tutti noi mettiamo in atto, in modo più o meno consapevole, degli atteggiamenti atti a promuovere ed incoraggiare il bambino che inizia a parlare. Più il bambino è piccolo, più è facile che questi atteggiamenti siano di tipo non verbale o para-verbale, più cresce più si tende ad utilizzare strategie di tipo verbale.
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Come nasce un Patto Logopedico?
di Giovanna dal Ben, logopedista Ogni persona è diversa da un’altra, poiché possiede un proprio bagaglio di idee, pensieri. Quindi anche tutti gli utenti con cui un terapista, qui nello specifico un logopedista, entra in contatto sono differenti e la relazione che si crea con ognuno di loro è unica. Nel caso di bambini e ragazzi, la relazione logopedica riguarda il bambino o il ragazzo, la sua famiglia (mamma, papà, nonni), la logopedista, le sue insegnanti ed ovviamente anche le altre figure professionali con cui l’utente si relaziona, ad esempio il neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il terapista occupazionale, lo psicomotricista e il fisioterapista.