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Lavorare giocando: il gioco in Logopedia
di Marina Tomatis, Logopedista “Il gioco è una cosa seria. Anzi, tremendamente seria”: così diceva Jean Paul, un celebre pedagogista tedesco già nell’Ottocento. Non si può non dargli ragione: il gioco è espressione di sé, è libertà. Sì, proprio nel gioco si può ritrovare un’autentica libertà poiché tutti i partecipanti ad un’attività ricreativa sono alla pari, tutti devono rispettare le regole affinché il gioco stesso possa sussistere e quindi nel gioco c’è la certezza di godere di pari diritti. Nell’attività ludica, tutti i giocatori possono adoperare un controllo sulla realtà che altrimenti non si sarebbe ancora in grado di esercitare. Quando si gioca non esiste più un distacco tra l’educatore…
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Come la Logopedia può aiutare l’ortodonzia
di Margherita Malanchi, logopedista Come può il lavoro del logopedista aiutare quello dell’ortodonzista? Intanto andiamo a capire meglio il ruolo del logopedista: in questo caso è il professionista esperto delle funzioni orali, ovvero respirazione, deglutizione, masticazione e articolazione dei suoni. Il logopedista svolge un’attività riabilitativa ai fini di ripristinare una condizione di equilibrio intervenendo quindi su: Respirazione Alimentazione Linguaggio Queste funzioni sono connesse tra di loro perché svolte dagli stessi organi e si influenzano e si condizionano a vicenda. Pensiamo a quando abbiamo il raffreddore, parliamo con il naso chiuso, respiriamo male e spesso abbiamo anche meno fame! Le funzioni orali se sviluppate adeguatamente mantengono schemi orali corretti e…
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Pronti, partenza … primaria! suggerimenti per giocare con i bambini che stanno per iniziare la scuola
Il gioco è lo strumento principe attraverso il quale il bambino esprime la propria identità e sviluppa le proprie conoscenze, anche le più complesse. Molti studiosi hanno dimostrato che il gioco libero e socializzato ha un’importante e fondamentale funzione nello sviluppo delle capacità cognitive, creative e relazionali. Tra le teorie più significative riguardanti il gioco, ci sono quelle di Vygotskij e di Bruner. Il primo autore, considera il gioco come risposta che il bambino elabora quando è alle prese con i propri bisogni, al fine di poterli soddisfare, se pure nel mondo della fantasia. Uno degli aspetti più importanti del gioco, messo in evidenza da Vygotskji, è costituito dalla…
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Voce Integra e Intelligenza Vocale: due progetti per la voce
di Federica Avolio, logopedista Mi sono laureata al secondo policlinico di Napoli nel 2004, il primo anno accademico in cui il percorso di studi universitario veniva riconosciuto come laurea di primo livello. C’erano molte aspettative riguardo tale cambiamento, ed anche rispetto al mio lavoro, maturai molte aspettative. Ben presto vennero in buona parte deluse; appena iniziato il percorso di studi mi sono subito appassionata alla riabilitazione della voce e doveva riuscirmi abbastanza bene, per cui la responsabile del mio tirocinio mi affidò diversi casi. Cercavo di comprendere e seguire alla lettera le indicazioni fornitemi dai protocolli universitari e le considerazioni che maturavano in seguito all’osservazione di valutazioni e casi clinici…
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“A casa però non vuole fare gli esercizi!” – L’importanza di motivare (e motivarsi) al trattamento logopedico
di Alessandra Pennati, logopedista “Dottore/ssa, con Lei mio figlio è bravo, ma a casa proprio non riusciamo a convincerlo…” … quante volte a noi Professionisti capita di ascoltare frasi come questa! Ancor più scoraggiante può essere sentirsi dire “Sì, gli esercizi li abbiamo fatti tutti”, per poi rendersi conto che – in effetti – nessuna delle indicazioni che abbiamo dato è stata seguita e che forse il fantomatico “quaderno” ha soggiornato in auto per tutto il tempo trascorso dall’ultimo incontro. È evidente che, in entrambi i casi, abbiamo un problema; di chi è dunque la responsabilità? Per il momento, possiamo dire con certezza a di chi non è: sicuramente, la…
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Coloriamo la frase!
di Jenny Rio, logopedista LA FRASE Lo studio attento ed appassionato del linguaggio da parte dei linguisti ci ha permesso di capire come è organizzata la nostra lingua dal punto di vista dei suoni (fonologia), delle parole (semantica) e delle combinazioni di parole (morfo-sintassi). In particolare, nel campo della sintassi, la linguistica ci insegna che il nostro linguaggio è strutturato in frasi. Mi soffermo qui sul concetto di frase perché questo riveste un ruolo fondamentale nel lavoro del Logopedista di stimolazione del linguaggio con i bambini che fanno fatica ad apprendere a parlare. L’intuizione fondamentale su cui si basa lo studio della sintassi è che la frase non è semplicemente…
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Professione Logopedista: opportunità e difficoltà di questo mestiere
Inaugura oggi il Mese della Logopedia 2019 in cui, come ogni anno, ospiterò articoli e riflessioni di molti colleghi al fine di far conoscere la nostra professione in modo positivo e costruttivo. Apro io l’evento in qualità di ospite, con un articolo che vuole rispondere ai molti studenti o neolaureati che mi scrivono con una domanda (o sue variazioni sul tema), eccola: “La professione di Logopedista ha sbocchi? Consente davvero di lavorare da subito? E’ vero che i logopedisti trovano subito lavoro?” Indovinate un po’ qual è la mia risposta … DIPENDE! Da che dipende?
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Mese della Logopedia 2019 sul blog Mamma Logopedista e un ciclo di incontri gratuiti
Ogni anno il 6 marzo cade la Giornata Europea della Logopedia, un’occasione importantissima per noi logopedisti per far conoscere la nostra professione e promuovere iniziative divulgative. Il nostro ambito lavorativo, infatti, è molto ampio e non sempre è chiaro agli altri in cosa consista, per questo è necessario spiegare agli altri chi siamo ogni volta che se ne presenta un’occasione. E allora, approfitto della Giornata Europea della Logopedia per invitare tutti i colleghi a parlare dei vostri ambiti di lavoro preferiti, oppure esperienze emotive positive o negative, che avete vissuto nel corso della vostra vita professionale.
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Dai un occhio al mio bambino? Cosa chiedono le persone al logopedista
Nel periodo estivo mi sono presa una pausa dallo studio dove svolgo la mia attività di logopedista e ho lavorato prevalentemente a casa tra cartelle da finire e blog da sistemare, mail a cui rispondere. Ci voleva! In quei giorni, scorrendo le varie richieste delle famiglie, mi sono accorta come sia difficile per un genitore comprendere quanto sia specifico il nostro lavoro, e di come sia altamente specializzato. Nel mio caso (dato che mi occupo di bimbi piccolissimi) a questo è davvero necessario aggiungere un certo “saperci fare” mentre si parla con i genitori che possono non essere del tutto consapevoli della difficoltà del proprio bimbo. Una frase/domanda “tipica”…
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Il disturbo del linguaggio non è una patologia. Ecco perché è importante la valutazione logopedica
La cosa più difficile da comprendere dei disturbi del linguaggio così detti specifici, è che non sono delle patologie. Cosa significa? Significa, per esempio, che molti dei bambini che manifestano difficoltà espressive linguistiche, sono bambini che conservano un normale sviluppo in tutte le altre competenze: sono cioè bambini sani, che hanno avuto un normale sviluppo motorio, per esempio hanno camminato intorno all’anno o poco più. Sono bambini che si alimentano normalmente, che si relazionano e che sembrano comprendere bene le parole che vengono rivolte loro. Anche lo sviluppo cognitivo è adeguato, sono bimbi che giocano e che sono interessati al mondo che li circonda. A questo punto accade il malinteso.