Linguaggio

“E’ arrivato un bastimento carico di …” – Il metalinguaggio

 

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di Arianna Pieri, logopedista

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La metafonologia è un’abilità metalinguistica molto importante che è in stretta relazione con l’apprendimento della lettura e della scrittura. La competenza metafonologica viene definita come “capacità di percepire e riconoscere i suoni per via uditiva e i fonemi che compongono le parole del linguaggio operando adeguate trasformazioni con gli stessi” (Bortolini, 1995).

Le abilità metafonologiche consistono, dunque, nell’analizzare il linguaggio parlato nelle sue componenti sonore e nel manipolare queste piccolissime unità (Cheung et al., 2001).

Ciò che in questa sede è importante rilevare è che la metafonologia non è una funzione presente o assente, ma uno sviluppo che si accompagna al linguaggio prima, ma si completa poi con una fase di acquisizione culturalmente trasmessa.

Lo sviluppo metafonologico segue delle regole generali, proprie di tutte le lingue, iniziando con la capacità di fondere le sillabe per formare parole, seguita dalla competenza di segmentare le parole in sillabe (“Consapevolezza Globale od Olistica”). Questa capacità inizia a svilupparsi intorno ai 4 anni e nello sviluppo naturale l’abilità di fusione precede sempre le capacità di analisi.

In molte lingue questo sviluppo è sufficiente per l’apprendimento della letto-scrittura, poiché l’espressione della lingua scritta è di tipo sillabico. Per le lingue di tipo alfabetico come la nostra, invece, è necessario arrivare ad una granularità più fine di tipo fonemico, la consapevolezza analitica o fonemica, perché il rapporto suono-segno è legato al grafema; questa metafonologia profonda non è frutto di uno sviluppo naturale, ma è una competenza culturalmente indotta, sostenuta dall’insegnamento scolastico formale, ma anche da tutti gli adulti alfabetizzati che circondano il bambino e che gli forniscono informazioni implicite sulla natura della lingua scritta, relative all’assemblaggio delle lettere che costituiscono le parole.

Il carattere implicito delle informazioni e la mancanza di conoscenza diffusa delle regole di sviluppo metafonologico portano molti bambini a incontrare difficoltà nello sviluppo di questa competenza. Tali difficoltà sono più evidenti nei bambini con pregresso problema di linguaggio e nei bambini di altra cultura, ormai molto presenti nelle scuole italiane, per i quali non è sempre chiaro ed esplicito il messaggio che in italiano si scrivono i suoni che si pronunciano.

Una considerazione importante riguarda il fatto che non è più bravo chi arriva prima ai fonemi. Nello sviluppo naturale passano circa due anni tra il momento in cui il bambino sa percepire la sillaba come parte di una parola e quello in cui riconosce e segmenta una parola in fonemi, ma questo sviluppo è molto influenzato dalle proposte che il bambino riceve e può essere molto accelerato.

Questa capacità del bambino di riconoscere i suoni delle parole non è in assoluto un traguardo: è una competenza importante perché permette le prime transcodifiche delle parole suono per suono, ma altrettanto importante è la capacità di percepire e mantenere anche la granularità più grossa di tipo sillabico, perché le acquisizioni ortografiche non saranno legate ai fonemi ma alle sillabe. In italiano quasi tutti i bambini normoapprendenti, nel momento in cui comprendono il codice alfabetico, ritengono di aver compreso il segreto della letto-scrittura e di poterne essere padroni, ma oltre al rapporto un suono-un segno la nostra lingua riserva la sorpresa ortografica un suono-più segni, che rimanda alla sillaba, per rimanere solo in un ambito legato al rapporto tra i suoni e i segni.

In una batteria di screening per la rilevazione prescolare di difficoltà dell’apprendimento devono sicuramente essere presenti delle prove di tipo metafonologico, ma deve essere molto chiara la scansione dalla metafonologia globale alla metafonologia profonda (analitica) e la lettura dei risultati deve tener conto sia dello sviluppo linguistico dei bambini, sia delle proposte e stimolazioni che hanno ricevuto, perché i risultati possono essere molto diversi.

Per metafonologia globale intendiamo:

  • Fusione di sillabe;
  • Segmentazione di parole in sillabe;
  • Discriminazione uditiva di coppie minime;
  • Riconoscimento e produzione di rime;
  • Identificazione della sillaba iniziale, intermedia e finale;

Per metafonologia analitica:

  • Fusione fonemica;
  • Segmentazione fonemica;
  • Identificazione del fonema iniziale, intermedio e finale;
  • Manipolazione dei suoni ( elisione, aggiunta, sostituzione).

Ecco alcuni esempi di giochi che si possono fare per sviluppare e potenziare la metafonologia globale:

  • “Cosa diventa se metto /NU/ davanti alla parola /VOLA/?”, “Cosa diventa se attacco /NA/ alla parola /MEDICI/?”);
  • Quale di queste parole comincia come “Ape”? Albero, casa o mela?;
  • Battere tanti colpi oppure fare tanti salti quante sono le sillabe delle parole;
  • “E’ arrivato un bastimento carico di paroline che cominciano come …PA”;
  • Il gioco del domino: caneneve – vela ….;

Mentre i seguenti per la metafonologia analitica:

  • “Proviamo a dire tutte le paroline che ci vengono in mente con … /S/”;
  • “Che succede se metto la /M/ davanti alla parola /ARCO/? E se metto /P/?”;
  • “Ascolta bene, se dico S-O-L-E che parolina senti?”. Per i bambini di età prescolare è importante che il tutto sia gestito non solo a voce, ma con appoggi visivi d’immagini, che illustrino ciò che si va a ottenere manipolando i suoni delle parole.
  • Per sviluppare maggiormente le competenze simboliche, è bene che a volte delle parole si rappresentino le sillabe o i fonemi con piccoli segnali da indicare (/CA/ /PI/ /TA/ /NO/ con quattro dischetti colorati, o dadi, o pupazzetti) che possono essere fisicamente tolti se una sillaba va elisa (“Cosa rimane se tolgo /NO/?” e si sposta il simbolo che lo rappresenta).

Il bambino che sperimenta il passaggio dal parlato allo scritto, deve essere consapevole che ciò che scrive non è più la rappresentazione grafica della parola (DISEGNO), ma ciò che scrive sono i suoni corrispondenti a quella parola. Tutto questo riesce a farlo quando è in grado di percepire i suoni singoli (Consapevolezza Cognitiva) e di capire che questi suoni devono rispettare una sequenza precisa.

Quando nella scuola d’infanzia ci sono bambini che a 4 anni presentano un linguaggio fonologicamente incompleto (/Tella/ per /Stella/ /Bacco/ per /Banco/) o quando addirittura hanno un eloquio incomprensibile o delle frasi dal punto di vista morfosintattico immature e quando le maestre si accorgono che il loro linguaggio non si modifica nel tempo, ci si deve cominciare a chiedere come quel bambino arriverà a conquistare la capacità di manipolare i fonemi e come riuscirà a sfruttare quella capacità per imparare a scrivere e leggere.

È molto probabile che lo stesso meccanismo, che non ha permesso al bambino di automatizzare il linguaggio parlato, incida negativamente nell’acquisizione del linguaggio scritto.

Ecco che se l’insegnante conosce il naturale sviluppo fonologico può proporre già dal secondo anno della scuola d’infanzia un lavoro che preveda l’elaborazione dei suoni in sequenza (che possono essere anche rumori) e successivamente dei fonemi.

Non solo gli insegnanti ma anche voi genitori, potete dare un contributo allo sviluppo e al supporto dell’abilità metafonologica, facendolo in qualsiasi momento: mentre state in macchina, al supermercato, durante una passeggiata, anche per pochi minuti al giorno.

In conclusione, ribadisco e sottolineo che è molto importante stimolare questa competenza, in quanto è considerata il prerequisito che più incide sull’acquisizione della letto-scrittura.

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DOTT.SSA ARIANNA PIERI

Logopedista

Centro Dedalo – Siena

dedalocentro@gmail.com

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