Linguaggio

“Anche il mio piccolo vorrebbe i biscotti al cioccolato ma …”: la disfagia pediatrica

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di Tiziana Balascio, Logopedista

Qualche anno fa dopo aver sentito questa frase pronunciata da una mamma scoraggiata, ho rivolto  l’attenzione alle difficoltà di deglutizione e disfagia in età pediatrica.

Ma cosa sono le difficoltà di deglutizione? Cosa accade a questi bambini nella prima infanzia? Cosa si può fare?

I progressi clinici hanno garantito la maggiore sopravvivenza dei bambini prematuri e con basso peso neonatale, dei bambini in quadri sindromici o con patologie complesse, ma per loro spesso la capacità di deglutire è compromessa.

L’ atto della deglutizione è un atto molto complesso e richiede la coordinazione di nervi cranici, tronco cerebrale, corteccia cerebrale e il movimento di ben 27 muscoli. La capacità di deglutizione si stabilisce nel bambino molto precocemente già in età fetale. A volte però ciò non accade a causa di danni o malformazioni alle strutture orofacciali, danni cerebrali, tracheotomie e/o ritardi cognitivi e di conseguenza ci possono essere quadri più o meno gravi di disfagia.

Negli ultimi anni nella letteratura scientifica internazionale, molti documenti sulla disfagia prendono in considerazione con più attenzione il ruolo specifico logopedico per queste patologie in età neonatale e infantile; viene infatti ben delineato il ruolo del logopedista come valutatore e riabilitatore della disfagia all’interno di un equipe multidisciplinare accanto, ovviamente, al fondamentale ruolo dei genitori del piccolo che saranno quindi supportati durante la crescita.

La valutazione

Una corretta valutazione è basilare per impostare al meglio il successivo trattamento riabilitativo; è necessario perciò effettuare, confrontandosi con l’intera equipe,  un’analisi accurata della difficoltà del piccolo paziente che cerchiamo di riassumere brevemente nello schema seguente:

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Considerando tutti questi aspetti valutativi e conoscendo bene le strutture anatomiche coinvolte nella deglutizione è possibile pianificare il trattamento riabilitativo logopedico specifico per ciascun individuo. Si possono effettuare gli esercizi e i “giochi” più svariati per far lavorare una determinata struttura deficitaria, l’essenziale è che mirino all’obiettivo preposto  in base ai dati deficitari riscontrati e all’età del paziente.

E’ importante ricordare che oltre all’intreccio delle varie competenze presenti nell’equipe che si occupa del bambino è fondamentale integrare la famiglia in tutto il percorso valutativo e riabilitativo; il momento del pasto, infatti, è un momento cruciale per costruire un rapporto e un interazione tra genitori e bambino quindi la rieducazione aiuta anche a ristabilire questo legame fondamentale cercando di viverlo in serenità e sicurezza.

Un aspetto importante e non trascurabile delle difficoltà di deglutizione in età pediatrica è la nutrizione alternativa che spesso spaventa i familiari, tuttavia bisogna considerare che in alcuni casi è un supporto necessario per garantire la nutrizione entro i primi 3 anni di vita e ridurre le complicazioni. Il sondino-naso-gastrico (PEG) garantisce la nutrizione al bambino, ma bisogna sempre affiancare un trattamento “non nutritivo” che permetta di sviluppare abilità motorie e stimoli sensoriali alle aree orali e periorali per una futura alimentazione per via orale.

Non esiste nessuna formula magica per risolvere i problemi di disfagia nel bambino, ma l’insieme di tanti piccoli “pezzi” dati da una buona valutazione e una buona collaborazione tra equipe e famiglia possono portare alla costruzione del “puzzle” che ci indica la migliore strategia di alimentazione per quello specifico bambino.

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Logopedista Balascio Tiziana – 3421327350 – Borgo Val di Taro (PR)

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