Design e fai da te

Una casa kid’s friendly. Il bagno: Prendersi cura di sé

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di Adriana Correa

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Dopo la cameretta lo spazio domestico più utilizzato alle prese con un neonato o con un bambino piccolo è il bagno.  I lavaggi in seguito al cambio del pannolino, il bagnetto, lavare le mani o i denti sono tutte operazioni che si ripetono numerose volte nel corso della giornata e che solitamente si realizzano in condizioni poco adeguate, scomode per lo più per il genitore e per il bambino, perché questo ambiente non è quasi mai adatto ad un uso diverso da quello che regolarmente ne fa un adulto.

E’ possibile migliorare la funzionalità di uno spazio così indispensabile per tutti i membri della famiglia e renderlo adattabile alle diverse esigenze che di volta in volta si presentano con la crescita di un figlio?

Come per il resto degli ambienti di una casa, il bagno non deve tenere conto solo dei bisogni di una mamma alle prese con un neonato o di un bambino piccolo, che, come ben sappiamo, sono temporanee, ma di tutti i membri di una famiglia.  In questa prospettiva oggi molte aziende del settore si pongono la sfida di disegnare un bagno multigenerazionale, cioè un ambiente che possa rispondere alle esigenze non solo dei piccoli membri della famiglia, ma anche di un adulto in una condizione transitoria o perenne di disabilità o degli anziani, privilegiando ampi spazi che consentano la mobilità e l’eliminazione di possibili barriere architettoniche, come per esempio il gradino per entrare nel piatto doccia.

Già il fatto che, per norma, nelle nuove abitazioni ci debba essere almeno un bagno adatto ai disabili è un passo importante nella costruzione di una sensibilizzazione generale che tenga conto delle esigenze dei più deboli.  La strada ancora è lunga, soprattutto per quanto riguarda i bisogni dei più piccoli, ma sta anche agli utenti sollecitare progettisti e aziende per dare risposte efficaci alle diverse situazioni di uso di questo ambiente.

Il bagno è un ambiente che i bambini adorano.

Gli consente di entrare in contatto con uno degli elementi più affascinanti della natura:  l’acqua.  E’ solitamente anche territorio di guerra o di divieto. Come consentire ai bambini di fare un uso autonomo del bagno senza arrivare al caos, senza sprecare inutilmente litri e litri d’acqua?  I processi sono lenti e ci vuole molta pazienza per portare i piccoli a fare un uso consapevole di questo prezioso bene.  E’ importante mantenere un certo rigore, consentire la libertà all’interno di regole, ma avere anche fiducia e permettere ai bambini di appropriarsi di questo spazio.

In questo articolo mi concentrerò su quelle che, secondo la mia esperienza, possono essere utili accortezze per rendere questo spazio comodo e pratico per una famiglia dopo la nascita di un figlio.

 

Lavarsi le mani.

Comincio con questo argomento e non con il bagnetto, perché è l’aspetto più importante dell’educazione all’igiene  che deve cominciare nella primissima infanzia. Le mani dei bambini (insieme alla bocca) sono il loro strumento di conoscenza del mondo e di conseguenza sono portatori di un immenso numero di batteri.  Il lavaggio regolare delle mani è non solo una buona pratica per acquisire un’abitudine ma è anche necessario per la prevenzione d’infezioni e malattie (a proposito, proprio il 5 maggio è stata la Giornata Mondiale della Promozione della igiene delle mani).

Lavare le mani a un bebè è solitamente molto scomodo.  Non esiste una posizione o un accessorio che lo renda semplice e sicuro. C’è poco da fare,  si tiene al neonato con un braccio con la faccia rivolta verso il lavabo e con l’altra si fanno tutte le altre operazioni:  aprire il rubinetto, mettere una manina sotto, premere il dispenser e insaponarla, risciacquarla e ricominciare con l’altra.  Sia in questo caso come in altri, avere un lavandino con un piano d’appoggio può facilitare notevolmente questa operazione:  al bebè lo si tiene seduto e tenuto con un braccio in una posizione molto più comoda sia per l’adulto che per lui perché non gli viene schiacciato il pancino.  Sono da preferire i lavandini sospesi con piano laterale, da incasso o semi-incasso o da appoggio (in questo caso sono più pratici quelli a forma rettangolare, perché hanno una maggiore superficie di contatto con il top, con un bordo di un certo spessore).

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1. Lavabo assimetrico disegnato da Citterio per Pozzi Ginori; 2. Lavabo da appoggio Globo

La rubinetteria più pratica è ovviamente quella monocomando, che si verifica anche la più facile da manovrare da parte del bambino quando sarà più grande, e possibilmente con bocca girevole, permettendo così di avvicinare il getto d’acqua al estremo laterale del lavabo. Questo tipo di rubinetteria è anche utilissima al momento di fare il bagnetto al neonato nei primissimi mesi di vita perché consente di liberare completamente l’area e di evitare possibili urti.

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Rubinetteria ISY di Zucchetti, con bocca girevole e monocomando posizionabile anche a distanza; rubinetteria monocomando Talis Hansgrohe; Mixer axor Bouroullec Hansgrohe

 

E’ possibile anche posizionare i comandi dell’acqua a distanza, sul bordo anteriore del lavabo, per esempio, consentendo così una immediata manipolazione da parte dei piccoli.  Da evitare è invece la rubinetteria a parete, irraggiungibile per i bambini.

Quando il bambino è in grado di stare in piedi lo si può tenere su una scaletta di fronte al lavandino o lavargli le mani nel bidet, perfettamente alla sua misura.  C’è chi ha difficoltà a utilizzare quest’ultimo per questo uso per motivi igienici comprensibili ma, se ci pensiamo, almeno fino a quando il bambino ha il pannolino, il lavabo è il luogo dove di solito si fa il lavaggio del sederino dopo il cambio. C’è una commistione d’usi un po’ inevitabile in questo periodo tra i due sanitari.

Per chi non dispone di due bagni in casa e chi ha difficoltà ad utilizzare il bidet per un uso non canonico ci sono anche soluzioni semplici e a basso costo e direi anche simpatiche per i bambini che possono avere un lavandino personalizzato. Non amo molto la soluzione da un punto di vista del design però come idea mi sembra valida.

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Lavandino Dino Foppapedreti

 

Lavarsi le mani per la Montessori era una della attività di vita quotidiana che veniva proposta (e naturalmente ancora oggi) nelle sue Case dei bambini.  Ha dei parametri ben precisi:  tutto l’occorrente si tiene in un vassoio (che definisce il limite spaziale entro il quale il bambino deve realizzare l’attività): una brocca con l’acqua, una saponetta nel suo piatto d’appoggio, un secchio per versare l’acqua usata, un asciugamano e un panno per asciugare eventuali schizzi o fuori uscite.  L’autocorrezione è una costante nel metodo, è lo strumento per perfezionarsi.  Non si pretende che un bambino piccolo sia in grado di realizzare una sequenza di operazioni in modo impeccabile, si insegna invece che l’errore fa parte del processo d’apprendimento ma che questo è correggibile e che ci sarà sempre modo di fare meglio.

Ho sempre cercato di applicare questo concetto nel quotidiano con i miei figli. Avevo sempre pronto per loro un panno per asciugare le fuoriuscite d’acqua dopo il lavaggio delle mani.  Ho costatato come erano contenti di riparare i loro “danni” e di come questa pratica li ha fatto comprendere che buttare l’acqua fuori non era corretto.

Lavarsi i denti è anche una buona pratica che deve cominciare nella prima infanzia.  Per i bambini più piccolini può cominciare come un gioco, una forma d’imitazione degli adulti.  Lo scopo non sarà allora un lavaggio effettivo e corretto dei denti ma il prendere confidenza con un oggetto di uso quotidiano e fondamentalmente acquisire una abitudine igienica importante.  Se viene presentato ai bambini in forma corretta con la crescita questo diventerà sempre più preciso ed efficace.

 

Il bagnetto / farsi la doccia.

Solitamente nei primi mesi di vita è molto più comodo utilizzare il lavandino e non la vaschetta.  Esistono alcune soluzioni per favorire questa pratica in sicurezza utilizzando delle sedute flessibili per il neonato.  Avere un lavabo spazioso e, come ho già detto precedentemente, con un rubinetto a bocca girevole, può rendere questo momento comodo e rilassante.

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Seduta in gomma per il bagnetto Puj Tub

 

In seguito per fare il bagnetto al bebè  la maggior parte delle persone preferisce avere una vasca in bagno.   Anche se trovo che questo sia effettivamente auspicabile, gli effettivi vantaggi di una vasca da bagno a fronte di un comodo e spazioso piatto doccia per tutta la famiglia sono abbastanza relativi.  Nell’ottica di un uso prolungato nel tempo e adatto alle esigenze di tutti sono più favorevole alla seconda opzione perché la trovo più flessibile:  si può utilizzare una vaschetta piccola con base di appoggio per fare il bagnetto al neonato durante il primo anno di vita, una vaschetta appoggiata al pavimento (o addirittura una piscina gonfiabile) con la crescita (con un minor consumo di acqua rispetto alla vasca), e consente a più persone contemporaneamente di realizzare la doccia, magari insieme ai fratelli o ad un genitore, facendolo diventare un momento di gioco comune.  I piatti doccia di gradi dimensioni con superfici antisdrucciolevoli sono ideali, personalmente preferisco quelli a doghe di legno perché di maggiore confort al tatto.

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Vaschetta Bato+ Hoppop
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Piatto doccia con doghe in legno

In piedi, poi, il bambino si trova in una posizione più attiva e partecipe, si può giocare, lavare le piastrelle, fare travasi, ma anche imparare ad insaponarsi ripetendo ad alta voce le parti del corpo.

Per chi preferisce comunque la vasca ci sono alcune soluzioni che la rendono trasformabile e utilizzabile come seduta o piano d’appoggio.

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Vasca Bath tub cover Duranti

I miscelatori per la doccia o vasca sono un’altro elemento da tenere in considerazione per fare una scelta giusta.  Negli ultimi anni molte aziende hanno sviluppato sofisticate tecnologie per rendere confortevole il momento della doccia/bagno, al punto di chiamarlo in alcuni casi “wellness”.  Senza arrivare a sistemi complessi di multipli getti di acqua quello che mi sembra consigliabile per le famiglie è invece il miscelatore termostatico.  Questo consente semplicemente di mantenere una temperatura costante durante tutta la durata della doccia anche dopo intervalli di chiusura dell’acqua (come quando si fa lo shampoo), permettendo così un’ottimizzazione dei tempi, l’eliminazione del rischio di scottature o di raffreddamento, un maggiore confort durante la doccia e un notevole risparmio d’acqua.

Un’altra innovazione interessante è il sistema “cool touch” pensato in particolare per bambini.  Consiste in un sistema di raffreddamento della superficie esterna del miscelatore attraverso la circolazione interna periferica di acqua fredda.  Questo consente di avere una temperatura in superficie che non supera mai quella dell’acqua in uscita.

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Miscellatore cool touch Grohe

 

Anche se queste innovazioni sono ancora abbastanza sperimentali e riservate a pochi, con il passare del tempo si spera che diventino sempre più diffuse e alla portata di tutti.  Quello che risulta interessante è che ci sia sempre più attenzione verso i bisogni degli utenti considerando anche  le loro diversità e non solo come un adulto sano.

La posizione del miscelatore ad una altezza (standard) di 110 cm. consente l’utilizzo anche da parte di un bambino di tre anni.  Per la doccia consiglio l’utilizzo di un unico soffione con un flessibile di maggiore lunghezza rispetto a quella standard (150 cm) per manovrare più facilmente al momento di fare la doccia ai più piccoli, oppure di un miscelatore con deviatore per doppia uscita.

Il cambio del pannolino /l’autonomia nel uso del wc.

Per il cambio del pannolino è più conveniente avere un fasciatoio in bagno per facilitare le operazioni di lavaggio.  Se non si dispone di un lungo piano orizzontale all’altezza del lavandino si può optare per la soluzione del  fasciatoio richiudibile, che occupa poco spazio e può essere posizionato in qualsiasi parete libera.

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Fasciatoi a parete design Bo Ekstrom

 

Quando il bambino supera la fase del pannolino e del vasino conviene avere una scaletta in prossimità del wc per consentirgli di sedersi in autonomia.  Avendo sufficiente spazio per posizionalo lateralmente a questo si può insegnare ai bambini fin da piccoli ad abituarsi a scaricare dopo il suo uso, mostrandogli come si usa correttamente il sistema a doppio flusso per lo scarico, ormai di uso comune, per consentire un notevole risparmio d’acqua.

Un oggetto che ho sempre trovato pericoloso quando si ha un bambino che inizia a camminare o gattonare in casa è invece lo scopino per il wc.  Chi non ha mai trovato il proprio piccolo con questo oggetto in mano?  Basta un attimo di distrazione ed è la prima cosa che vanno a cercare in bagno. E’ vero che i bambini vanno insegnati, basta ripetere in forma contundente: “questo non si tocca, è cacca”  per dissuaderli, ma mi è sempre sembrato incredibile che nessuno abbia mai pensato a questo problema e che non esista, che io sappia, uno scopino con un sistema di chiusura adatto ai bambini.  Esistono comunque alternative più igieniche per consentire la pulizia del wc, come per esempio il getto d’acqua.

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Idroscopino

 

Giocare con l’acqua.

Uno degli elementi che produce maggiore gioia ai bambini è l’acqua.  Il suo essere inafferrabile e senza forma è spunto per una infinita ricerca che non si esaurisce in breve tempo.  Consentire il gioco con l’acqua permette non solo la sperimentazione di un elemento affascinante ma imparare attraverso l’osservazione e la motricità.  I travasi, per esempio, sono un’ottima pratica per affinare la precisione di movimenti, le diverse condizioni di temperatura dell’acqua li consentono di verificare con il tatto il significato di queste, giocare con acqua colorata permette l’osservazione delle diverse combinazioni.  Esperimentare  il sapone, la schiuma, lavare le bambole o le mutande, fanno parte del gioco simbolico e possono anche essere attività realizzate con una reale utilità.  E’ importante permettere ai bambini il gioco con l’acqua insegnandoli a  distinguere i momenti ludici da quelli dedicati alla semplice igiene, che avverrà con dei rituali definiti e all’interno di certe regole.

 

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Non perdete il prossimo post.  A tavola.  Mangiare.

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