Disturbi Specifici di Apprendimento: il metodo sillabico
di Mariangela Di Gerlando, logopedista
I Disturbi di Apprendimento sono presenti in Italia con una percentuale che va dal 3 al 5 % e negli anni con la continua formazione e con la legge 170 dell’8 ottobre 2010, si è riusciti ad identificare e quindi definire le difficoltà che questi ragazzi incontravano nel loro percorso scolastico, spesso confusa con incapacità e svogliatezza.
La legge in materia promulga e riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimendo, denominati DSA, che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali…
Si intende pertanto con Dislessia un disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura. Con Disgrafia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica. Con Disortografia un disturbo specifico di scrittura che si manifesta nei processi linguistici di transcodifica. Infine con Discalculia un disturbo specifico che si manifesta con difficoltà negli automatismi del calcolo e dell’elaborazione dei numeri.
Mi è sembrato doveroso ripetere la definizione con il fine di diffondere il più possibile la conoscenza di tale difficoltà.
Visto che l’argomento è vasto, io vi vorrei parlare della mia esperienza e del tipo di intervento che sono solita proporre. Partendo dal presupposto che se un bimbo non riesce ad imparare a leggere non potrà raggiungere buoni risultati nelle altre materie, che in gran parte richiedono buone capacità di lettura: questo impone un obiettivo molto chiaro, ovvero fare in modo che si impadroniscano il prima e meglio possibile dei concetti necessari alla decodifica e codifica della nostra lingua.
A partire dalla prima elementare. attraverso la scolarizzazione il bambino raggiunge la consapevolezza che ad ogni segno grafico (lettera) corrisponde un suono specifico. Questi simboli scritti, collocati in un determinato ordine, rappresentano la sequenza di quei suoni, e diventano parole che veicolano concetti.
Il processo appena descritto con il tempo e la reiterazione diviene automatico. Quando però il sistema non è in grado di rendere automatico questo processo è necessario esercitarsi per molto tempo in modo consapevole e direi anche con pazienza affinchè la formazione di queste associazioni possano considerarsi acquisite a livello automatico.
Il programma rieducativo di cui vi parlo oggi presuppone intanto l’individuazione della reale difficoltà del bambino (ogni bambino è diverso dall’altro, non ci sono definizioni universali che si possano etichettare a priori), del suo modo di funzionare e del suo grado di difficoltà percettiva.
Il metodo sillabico.
Tengo ovviamente presente il livello raggiunto dal bambino e vado a rafforzare la percezione uditiva e visiva a partire dalla sillaba. Consolidare la sillaba sia in lettura che in scrittura, permetterà man mano di aumentare il grado di difficoltà. Pertanto il passo successivo è l’allenamento con le parole avviandoli all’accesso lessicale (il richiamo dell’etichetta lessicale anche se non si legge fino in fondo) e nel giro di poco tempo, se il bimbo ha seguito costantemente, si passa alla lettura e scrittura di piccoli brani anch’essi calibrati per difficoltà crescente. L’elemento importante rimane la motivazione, ecco perchè ogni incontro termina con la rilettura delle competenze raggiunte, e come fare per poter ottenere il prossimo successo. Ritengo alla luce di quanto detto e dall’esperienza che i migliori successi sono stati ottenuti quando c’è stato un intervento precoce. E’ necessario pertanto individuare eventuali difficoltà già a partire della fine della prima elementare , anche se la diagnosi di DSA si potrà avere solo alla fine della seconda.
La lettura avrà sempre una discrepanza sia per il parametro correttezza che per la velocità di decodifica rispetto al campione normativo, con un training tempestivo si riesce a compensare notevolmente il gap, ma soprattutto si potenzia l’aspetto emotivo- motivazionale alla lettura e scrittura, che saranno la base per gli apprendimenti.
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Mariangela Di Gerlando, di origine siciliane, logopedista e mamma di un bambino di quattro anni, si è trasferita a Parma per studiare presso la facoltà di medicina e chirurgia conseguendo nel 2004 la laurea in logopedia. Attualmente lavora nel reparto di neuropsichiatra infantile della Fondazione Don Carlo Gnocchi di Parma.
Si occupa prevalentemente dei disturbi di sviluppo nell’età evolutiva.
Ha partecipato ad un progetto sulla prevenzione dei disturbi di di apprendimento in alcune scuole d’infanzia, primarie e secondarie di Parma, sviluppando una particolare attenzione e sensibilità sulla problematica.