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Perché hai scelto il lavoro di logopedista?

 

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di Angela Ciardullo, Logopedista

Ecco qua. Bella domanda… chissà quante volte nel corso della vostra carriera, cari/e colleghi/e ve lo siete sentiti chiedere e, d’altra parte, chissà quante volte voi, cari genitori e familiari avete sentito l’impulso di fare questa domanda ( e magari poi l’avete anche fatta…perchè no?) alla logopedista che sta insegnando la “S” al vostro bambino, piuttosto che a quel logopedista che sta rieducando vostro padre a mangiare e bere dopo un brutto ictus che vi ha messo tanta paura addosso, tanta paura da non riuscire più nemmeno a fare quello che prima facevate con tanta normalità: versargli un po’ d’acqua se aveva sete. O alla giovane logopedista che, con tanta pazienza ed empatia (“eppure è così giovane!”) sta COMUNICANDO, ebbene sì,  con vostro figlio autistico … con ogni mezzo, gioco, figura, sguardo che riesce a cogliere e catturare, sfruttando il momento, perchè lei lo sa e lo sapete anche voi, che ogni essere umano nasce per comunicare.

E comunicare significa essere liberi.

Ora, pensiamola un po’ come vogliamo…diamo libero sfogo alle interpretazioni di natura antropologica/psicologica/medico/sociale … forse rispondiamo ad un nostro personalissimo bisogno d’onnipotenza, forse siamo semplicemente dei grandi chiacchieroni e/o mangioni ( nel mio caso, occupandomi anche di disfagia e afasia vi assicuro che sono due caratteristiche che mi appartengono entrambe!) forse abbiamo tentato la sorte spinti da un inconscio logorroico, ma siamo diventati logopedisti per sempre.

Perchè non lo lasci questo lavoro una volta intrapreso, non lo cambi, mai! Magari lo adegui: spazi dall’età evolutiva a quella adulta in attesa di trovare la tua strada, scegli determinati ambiti ed altri no, se incontri un collega uomo ti emozioni tipo se ti trovassi di fronte al panda del WWF e decidi di iniziare una campagna di sensibilizzazione per preservarli, ti dai all’insegnamento, ma non molli.

E capisci che non è un caso: nonostante l’incoscienza e anche l’ignoranza di tutto quello che poi ti troverai ad affrontare, questo è un lavoro che ti entra dentro e ti completa.

Non fraintendetemi, non è che siamo un gruppo di missionari o supereroi, anzi, siamo molto più umani e ordinari di quello che vogliamo ammettere. Siamo schiavi della comunicazione. Per noi comunicare è un bisogno vitale che esula dalla libertà d’espressione: per noi è come sangue nelle vene. Allora eccoci qui, nella giornata europea della logopedia, a mostrarci a voi senza fronzoli per quello che siamo: dei comunicatori! Noi vogliamo diffondere il potere della comunicazione anche quando un “incidente di percorso” prova a fermarlo.

E scusatemi se ho approfittato di questa occasione per sbandierarlo ai quattro venti, anziché parlare di un qualche trattamento logopedico e fornire consigli utili: sono stata egoista forse, ma sincera. Perciò… perchè ho scelto questo lavoro?

Per essere libera. E permetterlo anche agli altri: se è un bambino, per insegnargli il potere della libertà che è più forte della rabbia e della frustrazione, se è un adulto per restituirgli la dignità della libertà. Perchè fra tanti lavori, il mio mi permette di liberare l’anima dei miei pazienti.

***

Angela Ciardullo, logopedista

Presso Clinica “Madonna della Catena” – Ospedali Riuniti iGreco

 

5 commenti

  • Angela Ciardullo

    Grazie a chi ha scelto di fare questo lavoro e sceglie ogni giorno di farlo insieme alle persone che lo amano! Poter manifestare questo pensiero mi ha fatto sentire ancora più libera e fiera e onorata di aver potuto conoscere colleghi come voi che mi state manifestando tanto affetto!

  • Roberta

    Bellissima testimonianza!!! Il lavoro del logopedista e’ ,a mio parere, duro, faticoso, impegnativo mentalmente, devastante psicologicamente…ma ti da delle soddisfazioni enormi!
    Aver scelto di fare il logopedista significa aver accettato a priori numerose battaglie difficili da vincere!!

  • Miriam Martorana

    Cara collega, leggendo quello che hai scritto mi sono commossa. Mi ritrovavo in ogni parola, in ogni stato emotivo. Pensavo a come con semplicità hai disegnato la semplicità dei gesti quotidiani, la loro dignità, e la possibilità di poterli compiere e quindi alla libertà di sceglierli. Così come poter scegliere che cosa mangiare e di che consistenza deve essere (siamo colleghe anche nell’essere mangione) alla libertà, persino, di poterlo dire! “Cose semplici” che quando ci appartengono sottovalutiamo … Grazie, per aver reso manifesto il “senso” che è “semplicemente semplice” come tutto ciò che è importante e come lo è la libertà.

  • Patrizia

    Esatto:”liberare l’anima dei pazienti”!
    Aiutarli a “volare” più, come e meglio di prima! E liberare noi con loro in un filo unico di conduzione comunicativa che riempie il mondo!
    Grazie di essere riuscita, con parole semplici e chiare,ad esprimere una sorta “di manifesto” per tutti i logopedisti!

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