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Professione logopedista: alcune peculiarità del nostro lavoro. L’esame del linguaggio.

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In questo post vorrei raccontare almeno in parte il lavoro dietro le quinte di un logopedista (così come accade credo per molte altre professioni, se non tutte) perché è importante confrontarci tra noi logopedisti (e anche chi si affida a noi sappia come funzionano le cose realmente).

Vediamo in cosa consiste questo “lavoro dietro le quinte”. In molte cose, in realtà, ma oggi mi vorrei concentrare su quello che facciamo quando dobbiamo valutare il linguaggio di un bambino.

Questo importante atto professionale si chiama appunto esame del linguaggio; saperlo fare in modo completo e bene è una nostra responsabilità professionale. La modalità e gli strumenti che andremo ad utilizzare saranno diversi a seconda dell’età del bambino e delle difficoltà che presenta.

Tuttavia, in generale restano validi alcuni principi: è necessario la raccolta registrata (video o audio) di un campione di linguaggio che dovrà essere analizzato parola per parola, suono per suono, al fine di confrontare i dati ottenuti con i dati normativi. Per fare ciò, oltre alle sedute in cui si somministrano i test al bambino, servono altre 2/4 ore di lavoro per tutta l’analisi, la stesura della relazione e la definizione di un piano di trattamento. Tengo molto a questo aspetto della nostra professione perché credo sia davvero ciò che ci distingue, senza se e senza ma, da altre professioni con cui possiamo avere punti di sovrapposizione (per esempio medici foniatri o neuropsichiatri o psicologi clinici che si occupino di questi ambiti).

Per questo spesso vi “rompo le scatole” sulla trascrizione fonetica e insisto sull’importanza di saperla fare e di usarla quotidianamente. Alcune colleghe che la sapevano già fare, ma la utilizzavano poco, dopo avere fatto il Corso online di trascrizione fonetica, hanno confermato che il più delle volte erano resistenze “psicologiche” ad impedire loro di usarla: “ci vuole troppo tempo”, “tanto mi segno già le parole che dice male”, “non posso farlo per tutti i bambini” … ma alla fine per tutte, una volta iniziato e presa confidenza con la materia, si è rivelato molto più semplice e veloce di ciò che pensavano. E sapete perchè sono ne ero così sicura? Perchè ci sono passata e ho capito che se volevo lavorare bene, questa sarebbe stata una delle cose che avrei dovuto saper fare bene. Inoltre oggi la tecnologia ci viene incontro,  ci permette di accorciare di molto i tempi necessari per completare una trascrizione; quando dalla trascrizione a mano sono passata all’uso della tastiera, sono sincera, non lo volevo fare perchè ormai ero diventata molto veloce, ma alla fine è stato un vantaggio enorme e ora mi aiuta a risparmiare tempo e lavorare meglio.

Anche per questo ho pensato che la “Guida pratica di trascrizione fonetica” fosse una necessità per molti; quanto mi sarebbe piaciuto, quando ero ancora agli inizi trovare qualcuno che mi aiutasse in questo? Molte cose me le hanno insegnate le mie colleghe, altre le ho approfondite da sola, ma so che tutte abbiamo gli stessi scogli davanti, ma anche le stesse possibilità, basta volerlo.

Certamente la valutazione del linguaggio è solo una parte delle cose che si rendono necessarie per alcuni bambini ed andrà integrata, dove necessario, con un laborioso lavoro di equipe che anch’esso contraddistingue la nostra attività.

Alcune conseguenze “impegnative” del portare avanti in questo modo la nostra attività professionale è che dopo avere completato un esame del linguaggio sono necessari altri due passaggi: redigere una dettagliata relazione riassuntiva  e prevedere una restituzione verbale alla famiglia dove spiegheremo i risultati della valutazione in modo che possano capire. Questo può cambiare un po’ se lavorate in una struttura e quindi la valutazione potrebbe coinvolgere diversi professionisti (equipe).

In questo articolo mi sono soffermata sugli aspetti strettamente correlati ai disturbi del linguaggio o sospetti tali, ma ovviamente lo stesso atteggiamento scrupoloso si realizza per altri tipi di valutazione. Facciamo alcuni esempi? Tutte voi colleghe che vi occupate più nello specifico degli aspetti della voce, della deglutizione o di pazienti adulti, vale lo stesso, giusto? Ognuna di noi lo fa con strumenti diversi e modalità specifiche a seconda degli ambiti di cui si occupa.

Aspetto le vostre osservazioni o critiche, di certo avremo molte idee da scambiarci.

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Per approfondire scarica l’indice della Guida pratica di Trascrizione Fonetica.

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