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Storie senza fine: il magico mondo delle storie narrate per crescere ed imparare …

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 Dott.ssa Debora Ielpo, Logopedista Centro Dedalo, Siena

 

Una abilità fondamentale del linguaggio infantile è quella narrativa, ovvero la capacità di raccontare, diretta espressione dell’abilità di ordinare in successione temporale gli eventi, sia che questi siano legati ad esperienze personali che a favole o racconti.

La capacità narrativa non è un’abilità da grandi, ma appare già a 2 anni, nella sua espressione forse più magica e idilliaca, diventando uno strumento importante per conoscere se stessi e gli altri negli anni che precedono la scuola. Inoltre l’abilità di narrazione si situa, negli anni della scuola, alla base di molte attività di studio e di verifica; è quindi immediatamente percepibile l’importanza di tali competenze senza le quali sarà difficile fare un discorso completo e strutturato con inevitabile inadeguatezza nella conversazione spontanea, cosi come a scuola per specifiche richieste.

 

Raccontare una storia potrebbe sembrare facile e banale e molti potrebbero sorridere al valore ipotetico attribuito all’affermazione, ma è davvero cosi: anche la competenza narrativa si impara con l’esempio e con l’esperienza, accompagnandosi sempre alla possibilità di migliorare.

Numerosi sono gli studi che ad oggi dimostrano una correlazione tra narrazioni quotidiane e profitto scolastico dei bambini, mettendo alla luce  che nelle famiglie in cui si ha l’abitudine di interagire con i figli lasciando  loro lo spazio per raccontarsi, si realizza una piccola palestra di abilità utili nell’interazione sociale e che spesso saranno richieste a scuola, oltre alla capacità di scrivere un testo.

Ma che cos’è la narrazione? È un esempio di discorso strutturato, uno dei livelli più complessi dell’uso di linguaggio, per il quale sono richieste competenze di tipo cognitivo-sociale e linguistico-comunicativo. Quindi ciò conferma la necessità di stimolare adeguatamente i bambini a svolgere una funzione di “scafolding” per lo sviluppo di tali abilità.

La narrazione riveste anche un posto importante in quanto permette di condividere esperienze ed emozioni.

Il tempo dedicato a parlare e a giocare in modo concentrato e profondo, al di fuori delle attività frenetiche della vita quotidiana, è un bene prezioso che aiuta a stabilire un attaccamento sicuro ed una relazione gioiosa e fiduciosa tra adulti e bambini.

Imparare a raccontare e raccontarsi con i propri piccoli non è un’attività da “extraterresti”, che richiede occasioni e circostanze create ad hoc; è sufficiente cogliere ogni occasione, anche la più banale come una passeggiata per chiedere al bambino di raccontare cosa è successo, facendo attenzione non solo al contenuto, ma anche alla forma.

Ecco allora 2 raccomandazioni importanti:

 

  • Attenzione non usare sempre le stesse domande, che per la loro ripetitività, perdono il loro valore originario, diventano riti e a cui i bambini si rifiutano di dare risposta o a cui rispondono in modi altrettanto rituali (questo rischia di diventare una trappola comunicativa per bambini e genitor);;
  •  Attenzione alle correzioni, se l’obiettivo è quello di affinare ed esercitare la consapevolezza e la capacità di capire usare e analizzare il linguaggio, in relazione alle diverse situazioni, le correzioni esplicite non servono, in quanto possono ostacolare la spontaneità del bambino. È più opportuno mostrare sempre esempi e chiedere il loro parere su una storia che li ha emozionati affinando la loro capacità di giudizio, che li porterà direttamente ad auto correggersi e migliorarsi nel tempo.

 

Se state per chiedervi quando poter raccontare ai vostri figli, allora pensate a quante cose accadono ad un bambino in un giorno: la scuola, gli amici, i nonni, le passeggiate, lo sport … ognuna di queste attività può dare spunto per un piccolo racconto!!

Raccontare e raccontarsi diventa un elemento importante per costruire non solo narrazioni ma anche relazioni – ricordi ed emozioni.

Se anche il pensiero del dove raccontare vi fa nascere un’incertezza, basti sapere che la narrazione richiede concentrazione e ascolto, ed è quindi adatta a luoghi  e a situazioni raccolte, come ad esempio il momento del pranzo in famiglia. Si possono trovare tante altre occasioni in cui ascoltarsi, meglio se disposti alla stessa altezza e senza distrazioni.

Al perché e al come raccontare mi sento invece di rispondere, cari genitori, semplicemente dicendovi che il vostro sostegno può essere dato attraverso l’esempio, la lettura, la riformulazione, i commenti e la richiesta di ulteriori dettagli. Anche le domande aiutano i vostri piccoli a capire quante cose possono entrare a far parte di una storia, l’esempio costituisce la fonte del primo insegnamento.

Cercate di condividere con i vostri bambini il racconto di alcuni avvenimenti della vostra giornata o del vostro passato, rispettando tempi e interessi del bambino e non interagendo con lui, come con altri adulti.

Con i bambini piccolissimi un gioco molto efficace oltre che divertente, per ricordare le sequenze di eventi è quello di inventarsi una storia o recitare una filastrocca che abbia come tassello di una sequenza, le dita della mano.

Se è vero che gli adulti non possono intervenire nel racconto di un bambino per correggere, possono farlo però per sostenere il discorso , attraverso:

–          domande circostanziate : “ poi, quando è arrivata la maestra che cosa avete fatto … ?”

–          Riformulazioni: cioè domande di chiarimento in cui sia presente la forma corretta o completa dell’espressione del bambino. Esempio: nel caso di parole sbagliate o pronunciate male o sbagliate, o ancora nel caso di espressioni gestuali come “poi Matteo ha fatto cosi”, si può intervenire chiedendo : “ha fatto un giro su se stesso?”

–          Inviti a proseguire il racconto e ad aggiungere dettagli: “e tu come ti sei sentita? Eri contenta?”

Dunque bambini e genitori non mi resta che augurare a tutti buon divertimento attraverso il magico ed affascinante mondo delle vostre storie senza fine

***

 

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A cura della Dott.ssa Debora Ielpo

Logopedista presso il Centro Dedalo, Siena

Tda (Tecnico dell’apprendimento specializzato per ragazzi con Disturbi specifici di Apprendimento).

E-mail : d.ielpo@libero.it

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