Design e fai da te

Una casa Kid’s friendly. Guest post di Kid’s Modulor

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Ciao a tutti. Oggi vi presento Adriana Correa, autrice del bel blog Kid’s Modulor e conosciuta in rete grazie alla comune passione per il Mini Design e tanta mammitudine. Lei infatti, è architetto e mamma di tre bimbi.

Comincia oggi, con questo post, uno scambio che sarà certamente stimolante: Adriana scriverà per me alcuni post sulla sua visione di una casa pensata anche per i bambini ed io cercherò di contribuire al suo blog con alcuni articoli sui giochi e lo sviluppo cognitivo, linguistico e comunicativo dei bambini.

Inauguriamo allora la nuova sezione del suo blog: “Una Casa Kid’s Friendly” di cui l’immagine è il logo, ideato dalla stessa Adriana.  Vi lascio alle sue parole che ci spiegano il perché di questa nuova avventura.

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Spesso, e sempre di più, si sente parlare di progettare spazi “a misura di bambino”. Ma siamo sicuri che abbiamo tutti gli stessi criteri nella progettazione di ambienti che tengano conto delle necessità dei più piccoli membri della famiglia?

Personalmente trovo questa idea un po’ equivoca, almeno linguisticamente parlando. Cosa vuol dire esattamente disegnare spazi “a misura di bambino”? Presa alla lettera una affermazione del genere ci porta a pensare alla casetta dei sette nani di Biancaneve, dove tutto è piccolo e proporzionato ai fruitori dello spazio, ma naturalmente non è questa l’idea. Una casa non può essere “ a misura di bambino” semplicemente perché loro devono vivere in compagnia degli adulti; democraticamente parlando i bambini sono solo altri membri della famiglia e i loro bisogni devono essere rispettati e presi in considerazione nella stessa misura in cui devono esserlo quelli dei grandi. Quindi “a misura di bambino” è un’affermazione un po’ inadeguata non solo perché sottintende una prevaricazione degli uni sugli altri ma perché ha in sé una forte contraddizione. Sostanzialmente i bambini hanno un unico grande bisogno, quello di crescere; vivere in un ambiente di adulti è una spinta, uno stimolo a questa crescita. Forse sarebbe meglio parlare di spazi “a misura di tutti”, oppure “kid’s friendly” che, nella sua formula breve, semplice e diretta, tipica anglosassone, rende l’idea d’inclusione senza però diventare esclusivista.

In ogni caso, a prescindere della correttezza dell’espressione, l’idea sempre più diffusa di concepire spazi adatti “anche” ai bambini è molto positiva. Vuol dire prestare attenzione ai bisogni dei più piccoli, che sono specifici e diversi da quelli di un adulto e con questa attenzione, aiutarli a crescere. Oramai quasi tutti i pedagogisti concordano nell’affermare che l’autonomia è un aspetto fondamentale per il sano sviluppo psicomotorio di un bambino. Già all’inizio del secolo scorso Maria Montessori aveva sviluppato la sua metodologia educativa centrandosi su questo aspetto, proponendo un semplice motto che in cinque parole sintetizza il suo pensiero: “Aiutami a fare da solo”.  Autonomia (“Fare da solo”) per un bambino vuol dire imparare a conoscere le proprie capacità e i propri limiti, avere la possibilità di sperimentare e sbagliare e dunque imparare dai propri errori, imparare a perfezionarsi, costruirsi una sana autostima e infine, crescendo, diventare sicuro di se stesso. Non è, però, sinonimo di abbandono. La prima parola del motto montessoriano, “aiutami”, è un richiamo al sostegno di un adulto, a volte inteso come presenza a volte no, ma che in ogni caso deve rassicurare, servire da modello. Per la Montessori il ruolo dell’ adulto non è quello di stare “al servizio” (sostituirsi, fare al suo posto) dei bambini ma “a disposizione” (pronto a tendere una mano quando serve). Con questa prospettiva educativa in mente l’ambiente, lo spazio, gioca un ruolo fondamentale. La Montessori infatti parlava di un “ambiente educativo”, un ambiente che in se stesso funge da conduttore, da stimolo, da guida nello svolgimento delle diverse attività che il bambino realizza e dove la figura dell’adulto diventa invece mediatore tra l’uno e l’altro. Si tratta dunque della concezione di un bambino attivo, artefice della propria educazione attraverso la sperimentazione di un ambiente adeguato e l’uso di un materiale appropriato, avendo come riferimento il modello di un adulto.

Se volete approfondire su questo argomento potete leggere la trilogia pubblicata su Kid’s Modulor: “verso un ambiente educativo” qui, qui e qui, oppure il post “Stimolare l’attenzione: l’importanza dell’ambiente”.

Ci sarebbe molto da scrivere su come organizzare una casa in modo da tenere conto dei bisogni dei bambini e far sì che questa diventi “un ambiente educativo”. In questa rubrica mensile cercherò di approfondire, ambiente per ambiente, quali sono, dal mio punto di vista, gli aspetti fondamentali da tenere presente per cercare di riuscirci. Non vi offrirò input da un punto di vista estetico o di stile, do’ per certa l’affermazione che la bellezza sia importante e che sia giusta l’idea di “educare al bello”, ma i criteri di selezione sono valutati in base alla proposta educativa che ogni scelta implica, che non è scontata e che dovrà essere consapevole e responsabile non solo per il neonato ma anche per le ricadute che questa avrà sugli altri membri della famiglia. Tratterò non solo l’argomento della cameretta ma cercherò di percorrere gli spazi abitativi passando dalle stanze al bagno, al soggiorno, alla sala da pranzo,alla cucina, al balcone, all’ingresso, all’angolo delle pulizie, ecc. Insomma, un’immersione nel quotidiano che intende interrogarsi su come viviamo i nostri ambienti e come possiamo migliorarli per farli diventare accessibili, amichevoli ai più piccoli.

Non perdetevi il primo post della nuova rubrica Una casa kid’s friendly: La cameretta. Parte 1: Fare la nanna.

 

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Adriana Correa è architetto laureata a Caracas nel 1996. Dal 2005 apre il proprio studio di progettazione DZ4 insieme a Luigi Martinelli. E’ anche madre di tre figli: una bambina nata nel 2006 e due gemelli maschi arrivati a sorpresa nel 2010. Nel 2011 nasce il progetto Kid’s Modulor di disegno di arredi e ambienti per bambini. Ha progettato il letto CASITA attualmente in fase di produzione.

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