Linguaggio

Animali colorati, prime combinazioni di parole e sintassi

di Jenny Rio, Logopedista

Penso che ogni logopedista, con il passare degli anni, si trovi più attratta da alcuni aspetti del proprio lavoro che da altri. Ed è così che tendiamo a specializzarci in un settore piuttosto che un altro e ad informarci, leggere e approfondire un argomento preferito.

La mia attrazione è la sintassi, termine un po’ bruttino per indicare la capacità di combinare le parole in frasi. La parola SINTASSI, che è di etimologia greca, inizia con il prefisso συν, come SIMPATIA, che vuol dire insieme: in questo caso indica la capacità di mettere insieme le parole per creare frasi corrette e complete.

L’origine della mia simpatia per la sintassi la potrei ricercare nel passato e legarla agli esercizi di analisi logica degli anni delle elementari o ai pomeriggi passati a fare le versioni di latino. O ancora alla fortuna di aver incontrato più recentemente logopediste altrettanto interessate all’argomento e capaci di trasmettere la propria passione in corsi memorabili.

La sintassi regola il modo in cui nelle lingue si combinano le singole parole – nomi, verbi, articoli e cosi via –  per formare le frasi che utilizziamo per parlare. È grazie alle regole della sintassi, ad esempio, che in italiano diciamo “La mamma ha mangiato una carota” non “Carota una mamma la mangiato ha” oppure che giudichiamo errate costruzioni come “Corro la strada” o “Il bambino mette la palla”.

Quando il linguaggio si sviluppa nei bambini piccoli, accanto ai suoni e al vocabolario maturano anche gli aspetti sintattici, tanto che già a 3 anni l’inventario frasale si considera completato: il bambino a questa età sa usare le principali forme sintattiche dell’italiano ed le sceglie liberamente per esprimere i propri pensieri o raccontare le proprie scoperte quotidiane.

Alcuni bambini, però, si trovano in difficoltà.

Siccome “parlano male”, i genitori si rivolgono a noi logopediste e, durante la valutazione, spesso scopriamo che le difficoltà riguardano proprio la capacità di combinare fra loro le parole.

In particolare, in alcuni bambini lo sviluppo linguistico si blocca ad uno stadio molto precoce: questi bambini utilizzano solo parole singole per esprimersi e continuano a farlo ben oltre il primo anno d’età. Ad esempio, quando vedono la palla con cui gioca il loro papà la indicano ed esclamano “Papà!”, con l’intenzione di dire “Questa è la palla del papà!” oppure “Papà, giochiamo a palla!”.

In alcuni casi, quindi, i bambini non solo non costruiscono frasi, ma non riescono ad “attaccare” fra loro nemmeno due parole.

Come fare?

Per fortuna, le strategie a nostra disposizione per stimolare in modo specifico questo aspetto del linguaggio sono numerose ed efficaci e molto utilizzate dai logopedisti; ve ne vorrei illustrare una particolarmente interessante, che possiamo utilizzare usando IL GIOCO DEGLI ANIMALI COLORATI.

Il nostro obiettivo con questa attività sarà stimolare la combinazione di due parole, in particolare la costruzione [sostantivo + aggettivo], ad esempio “ragno viola”.

Questo tipo di intervento, in verità, non riguarda propriamente la sintassi dell’italiano ma piuttosto la fase pre-sintattica del linguaggio: se il bambino incomincia dire “ragno viola”, piuttosto che solamente “ragno”, infatti, non possiamo sostenere che stia usando delle frasi, perché manca l’elemento fondamentale, il verbo. Sicuramente, però, sarà sulla buona strada.

Per organizzare l’attività degli animali colorati uso come materiale il gioco in scatola che potete vedere nell’immagine iniziale, si chiama Red Dog, Blue Dog; è inglese, ma non importa per l’uso che ne facciamo.  Si presenta come una tombola degli animali con la particolarità che ogni animale compare più volte ed ogni volta è colorato in modo diverso. Gli animali sono: cane, ragno, coniglio, orsetto, macchina, fiore. I colori sono: blu, viola, verde, arancione, rosso, giallo.

Faccio riferimento esplicitamente a questo gioco perché è piuttosto difficile trovare materiale già pronto che si presti ad attività specifiche come queste, per cui quando lo trovo cerco di non farmelo scappare. Guardando le foto, però, potrete ricrearlo facilmente senza l’obbligo di acquistarlo.

I ATTIVITÀ

Nella prima attività l’adulto parla e il bambino ascolta.

Lo scopo è assicurarsi che il bambino sia in grado di identificare l’immagine giusta quando noi la descriviamo con nome + aggettivo. È, infatti, importante che sia in grado di capire le combinazioni di parole che non riesce ancora a produrre da solo.

Dopo aver distribuito le cartelle di gioco, nascondiamo le figurine in un sacchetto e ne peschiamo una alla volta. Senza farla vedere al bimbo la descriviamo: “ho pescato … il cane rosso!”. Gli lasciamo poi il tempo di trovare sulle tabelle l’immagine corrispondente.

Continuiamo così fino a quando uno dei due giocatori fa TOMBOLA!

Questo primo gioco permette di “bombardare” il bambino con costruzioni simili fra loro (cane rosso, ragno giallo, coniglio verde … ) e prepararlo così alla seconda attività.

II ATTIVITÀ

A questo punto cambiamo un po’ le regole del gioco e proponiamo al nostro bimbo di provare a fare tombola da solo. Noi teniamo tutte le figurine e lasciamo a lui una tabella che terrà davanti a sé sul tavolo.

Gli chiediamo “Quale figura vuoi?” e aspettiamo che ce ne domandi una da abbinare alle immagini sulla sua cartellina.

E QUESTO È IL PUNTO CRUCIALE. Il bambino, per farci capire quale figura vuole, non può limitarsi a dire il nome dell’animale (cane) o il suo colore (rosso), ma deve per forza fornirci entrambe le informazioni (cane rosso). Noi dobbiamo stimolarlo in questo senso, fino a quando riuscirà a pronunciare le due parole all’interno di un unico enunciato, senza pause:

B=bambino – T=terapista

SCAMBIO 1

B cane – T non ho capito. quale cane vuoi?  – B rosso – T il cane rosso, eccolo!

SCAMBIO 2

B ragno … – T silenzio – B … giallo – T il ragno giallo, ho capito!

SCAMBIO 3

B  coniglio verde – T il coniglio verde

Vedrete che, coinvolgendo il bambino in tante partite ed esponendolo ad innumerevoli scambi verbali di questo tipo, arriverà un momento in cui l’obiettivo iniziale sarà centrato.

Ecco un esempio di come. noi logopediste, dopo aver assimilato le teorie grammaticali, dagli alberelli sintattici più o meno ramificati alla struttura argomentale dei verbi, possiamo concederci il piacere di insegnare ai bambini con queste attività apparentemente semplici, divertendoli e divertendoci.

L’unico “inghippo” con il GIOCO DEGLI ANIMALI COLORATI è rappresentato dal fatto che utilizza come aggettivi i colori e lo rende così inutilizzabile con quei bambini che ancora non li hanno imparati. In questo caso si possono utilizzare altri aggettivi, ad esempio, grande e piccolo, modificando il materiale di conseguenza, oppure si può proporre loro …  IL GIOCO DEI PUNTINI.

Per illustrarvi questa nuova attività, però, vi dò appuntamento all’anno prossimo!

Buon lavoro!

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Jenny Rio, logopedista. jennyrio@pianetaluca.com

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