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Come riconoscere un buon logopedista

Mi capita spesso che i genitori mi scrivano oppure giungano presso il mio studio dopo una brutta esperienza che hanno avuto portando il proprio bambino da un logopedista.

Questo può succedere sia rivolgendosi al servizio pubblico che al privato e spesso può essere motivato anche da “questioni di pelle” che non hanno a che fare effettivamente con la competenza professionale.

Premesso che esistano buonissimi professionisti, cercherò comunque di rispondere a un po’ di dubbi portando alcuni personali spunti di riflessione per orientarsi nella scelta di un buon logopedista. Ecco alcuni aspetti non trascurabili:

  • Non crea dipendenza nel bambino e nella famiglia, anzi mette le basi per un’autonomia nell’esecuzione delle attività e nella messa in atto di strategie facilitanti
  • Risponde alle vostre domande con pazienza e con chiarezza senza l’uso di termini incomprensibili; 
  • Non dice mai che il bambino non ha voglia, ma cerca di puntare sulle sue potenzialità; talvolta segnala un comportamento inadeguato, ma a scopo costruttivo.
  • Comunica se quel giorno non è stato possibile lavorare in modo produttivo, non per lamentarsi, ma perché le giornate no capitano a tutti; 
  • Verifica con cadenza regolare (4-6 mesi) i progressi della terapia e vi informa sempre di questo in modo adeguato e comprensibile (valutazione linguistica);
  • produce per iscritto relazioni sulla valutazione e sul trattamento eseguiti;

In generale, quando un professionista è competente, il bambino va volentieri in seduta. Naturalmente esistono bambini particolarmente difficili da trattare, come anche famiglie difficili da gestire (magari perchè molto in ansia), perciò è importante che ognuno faccia la propria parte e, quando c’è un dubbio, chiarirsi chiedendo spiegazioni.

Quanto descritto è sicuramente semplicistico, suggerisco solo alcuni spunti di riflessione (sia per le famiglie che per i logopedisti) e sono certa che per tanti di voi che hanno avuto esperienze negative, ce ne sono molti altri che invece hanno incontrato logopedisti in gamba.

Avete voglia di condividere un po’ le vostre esperienze e di incoraggiare chi magari dovrà cominciare un iter riabilitativo col proprio bimbo?

8 commenti

  • Didì

    Ciao Ella,
    la “nostra” esperienza con la logopedista è positivissima. Ti scrivo nostra perchè è l’esperienza condivisa con tutta la famiglia.
    Mio figlio è cresciuto tanto e su tanti aspetti. Migliorando le abilità/competenze fonetiche e fonologiche è migliorato il carattere, la motivazione, l’autostima e di conseguenza, cosa importantissima, la comunicazione verbale.
    La nostra logopedista è una grande professionista e a ciò unisce passione e umanità.
    Sono stata fortunata! Lei mi aiuta tanto anche quando il mio ometto mostra stanchezza e poca volontà. Certo, capisco, a lui vengono richiesti esercizi dove incontra difficoltà ed è qui che comincia la complicità tra noi e la logopedista per aiutarlo a superarle.
    Mi capita di sentire i commenti di altri genitori che sono stanchi e fanno fatica a mantenere costanza e impegno. Il percorso logopedico richiede energie e “tempo”. Per me e la mia famiglia è tempo speso bene insieme a tante altre cose che aiutano e atiuteranno a far crescere mio figlio.
    Al prossimo post
    Didì

  • Ella Mo'

    Cara Didì, grazie per la condivisione della tua esperienza. Confermi che esistono professionisti preparati e che aggiungono alla preparazione anche qualcosa di molto personale che è la passione per il proprio lavoro ed il desiderio di fare stare bene i bambini e le loro famiglie. Garzie

  • Monica

    Ciao ho scritto nel posto sbagliato, sono monica ma è giusto che il bambino quando esce dalla logopedista e sempre nervoso demoralizzato

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      Ella

      Ciao Monica, non saprei. Dipende da molte variabili, da quanto tempo va, qual è la difficoltà linguistica e quanto esattamente sia nervoso o demoralizzato, l’età del bimbo. Insomma non me la sento di esprimere un’opinione non avendo nessuna informazione a proposito.

  • Consiglia

    ciao mio figlio tiene due anni nn parla bn dicie solo mamm.io parlato con pietrada detto che axcora piccolo pero mia consigliato di stare molto contati con bimbi perche lui sempre solo.io paura che sembre va scuola nn parla nn sta dire neache bere teng un ansia .cosa posso fare .

  • Ida

    Ciao grande prob. Con mio nipote 9 anni disgrafico certigicato disturbo oppositivo e deficit attenzione probabile DSA mai certificata a causa della sua mancanza di attenzione e concentrazione e risposta ai test. Vorrei o sentirlo in un percorso di Logopedia ma ovunque mi viene richiesto di rifare valutazione … È diventato il cane che si morde la coda … niente diagnosi nessun intervento ne pubblicò ne privato ma è possibile tt ciò??? I test richiedono tra 1 ora e le 2 ore di attenzione e collaborazione che lui non può dare a causa del suo disturbo Mi rifiuto di spendere alri soldi x valutazioni di cui non si riuscirà a fare una diagnosi…

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      Ella

      Non comprendo sè è certificato disgrafico e con disturbo oppositivo e deficit di attenzione, una diagnosi ce l’ha. Non cambia niente aggiungere una diagnosi DSA, i supporti a scuola sono i medesimi (BES o alleggerimento delle attività). Per il trattamento non so che dire, dove vi hanno valutato si vede che non ritengono sia possibile fare un percorso specifico. Entriamo in un ambito appropfondito, non posso esprimermi senza conoscere la situazione specifica.

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