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Mio figlio è disprassico …

DISPRASSIA A PORTATA DI MAMMA
di Enza Lagalla, logopedista

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Molti genitori arrivano presso il nostro centro di riabilitazione con diagnosi di disprassia accompagnati dallo sguardo smarrito di chi cerca di comprendere esattamente  di cosa abbia bisogno il proprio bambino  e come poterlo aiutare a casa.

Per i genitori è molto importante capire che cosa sia la Disprassia, capire i bisogni specifici del bambino per aiutarlo  in modo adeguato e creare un ambiente familiare positivo e per questo ritengo importante che i dottori e i terapisti spieghino in modo appropriato la Disprassia ai genitori. Facciamo innanzitutto un po’ di chiarezza…

La Disprassia è l’incapacità di compiere movimenti volontari, coordinati sequenzialmente tra loro, in funzione di uno scopo. Questo comporta che le prestazioni che implicano una coordinazione motoria (fine o grosso motoria) risultino difficoltose e al di sotto di quello che dovrebbero essere per l’età e le abilità intellettive del bambino. Insomma, sono quei bambini goffi e maldestri, che sembrano essere sempre di qualche anno più piccoli.

Le cause della disprassia ad oggi non sono chiare, sembrerebbero imputate ad un’immaturità di sviluppo del sistema neuronale centrale.

I bambini disprassici sono all’incirca il 6% della popolazione del nostro paese compresa tra i 6 e gli 11 anni. I maschi lo sono più frequentemente delle bambine. Si tratta di bambini con un’ intelligenza nella norma e spesso al di sopra di essa.

Per un bambino disprattico può essere difficile compiere molte (o solo alcune) delle normali attività quotidiane; può avere difficoltà a vestirsi seguendo il giusto ordine, ad allacciarsi le scarpe, ad impugnare correttamente le posate, a riempire il bicchiere senza rovesciare l’acqua, può anche trovare difficile fare le scale, giocare a palla …. In pratica a compiere tutte quelle azioni che richiedono una sequenza di movimenti, semplice per noi, ma difficilissima per loro …

L’attività motoria può essere per il bambino apparentemente facile e svolta con rapidità e potenza, ma nel momento in cui deve essere finalizzata ad uno scopo, quando richiede precisione nel movimento e nella gestione dello spazio, risulta scoordinata e spesso associata a movimenti non necessari, in eccesso. Questa caratteristica può essere un problema nelle attività sportive, che spesso non gratificano il ragazzo.
Non trascuriamo, inoltre, che la disprassia comporta anche delle difficoltà nella vita scolastica, cioè rendere arduo tenere in ordine i quaderni, copiare dalla lavagna, ricopiare  a causa della cattiva coordinazione oculo-motoria.

La disprassia può essere associata a problemi di linguaggio, di percezione e di elaborazione del pensiero. Il linguaggio può essere semplificato nella struttura sintattico-grammaticale ed alterato negli aspetti articolatori, la percezione inadeguata nell’integrare le informazioni periferiche e nel correlarle all’azione, il pensiero scarsamente organizzato nei contenuti.

Il bambino disprassico utilizza le funzioni che ha acquisito in modo stereotipato, con strategie povere e ridotte alternative. Tramite la pratica continuativa può acquisire funzioni e svolgere senza grosse difficoltà le attività della vita quotidiana. La povertà di strategie e le ridotte abilità di generalizzazione rendono tuttavia difficoltosa l’acquisizione di nuovi compiti e il trasferimento di soluzioni strategiche già acquisite.

Generalmente il soggetto disprassico ha difficoltà in moltissime azioni del quotidiano:

  • allacciarsi le scarpe, abbottonarsi
  • scrivere, disegnare, copiare
  • assemblare puzzle
  • costruire modelli
  • giochi di pazienza o di costruzione
  • giocare a palla (con i piedi o con le mani)
  • fare attività sportive
  • comprendere percorsi
  • nel linguaggio: articolazione di parole, fonemi

Possono mostrare molte fragilità quali difficoltà di memorizzazione,  di organizzazione e avere tendenza a stancarsi velocemente.

La disprassia può essere affrontata con l’aiuto di professionisti quali psicomotricisti e logopedisti; è importante che genitori e riabilitatori operino insieme con obiettivi condivisi, ma è necessario anche fare attenzione a non trasformare tutte le attività in sedute di rieducazione e cercare di privilegiare il lato ludico per evitare al bambino eccessiva frustrazione. Congratulatevi spesso con lui, incoraggiate e valorizzate ogni piccola cosa che ha realizzato o indovinato e ogni sforzo anche minimo effettuato per migliorare la sua stima di se.

Cosa può fare il genitore a casa.

  • dare un significato a ciò che il bambino sa fare e valorizzare in primis le sue capacità.
  • Graduare il livello di complessità delle proposte, accertandosi che lo schema semplice sia stato realizzato e appreso prima di proporne uno successivo.
  • Non dare per scontato che un bambino sappia ciò che noi ci aspettiamo che lui faccia!
  • Spiegare in modo chiaro l’obiettivo dell’ attività proposta e una volta raggiunto fare in modo che lui stesso sia in grado di verificarne la riuscita.
  • Mostrare al bambino la corretta modalità di svolgimento di un’azione nelle varie parti che la compongono in modo tale da poter imitare il modello.
  • Facilitare le esperienze del bambino provvedendo a fornirgli un ambiente di gioco adeguato e “poco caotico”.
  • Variare le proposte di gioco selezionandole di volta in volta, cercando di non eccedere nella quantità delle proposte!

Vita quotidiana

Un bambino disprattico va incontro a numerosi problemi nella vita di tutti i giorni e, contrariamente agli altri bambini, avrà bisogno dell’aiuto dell’adulto talvolta anche per lungo tempo.
Analizziamo alcuni suggerimenti e strategie per migliorare le sue autonomie.

L’abbigliamento.
Può essere utile semplificare alcune procedure che per il bambino possono essere fonte di ansia e metterle alla sua portata:  se il vostro bambino sa allacciarsi le scarpe, ma con tempi lunghi e alcuni nodi di troppo, potrebbe portare scarpe da ginnastica come i ragazzi più grandi, slacciate, è semplice e veloce, poi quando lo desidera le può allacciare, con il tempo che serve.

Per quanto riguarda i vestiti potete prepararli sovrapposti nell’esatto ordine con il quale li indosserà, slip, maglietta  e così via, dapprima con la parte posteriore rivolta verso l’alto, cosicché siano solo da infilare.

Igiene personale.

Il bambino disprattico acquisisce in ritardo autonomia nell’igiene personale, nel corretto utilizzo dei servizi igienici e avrà difficoltà a fare il bagno o la doccia.

I pasti.

Impugnatura  scorretta di forchette e coltelli per mangiare; il cibo spesso viene sparpagliato ovunque; talora non ha più voglia di mangiare ed è capriccioso nella scelta del cibo rispetto agli altri bambini. A tavola cercate di evitare bicchieri dall’equilibrio incerto o fragili. Naturalmente quando qualcosa si rovescia, fate finta di nulla e  sdrammatizzate. Può essere utile usare più il cucchiaio che la forchetta e piatti dai bordi alti per facilitare la presa del boccone.

Lo sport.

 Gli sport di squadra possono risultare deludenti per un bambino che abbia difficoltà a seguire il movimento del gruppo. E’ consigliabile praticare una attività individuale e scarsamente competitiva come l’atletica leggera.

Scuola.

Può essere necessario trovare strategie alternative che permettano al bambino di andare avanti seguendo lo stesso ritmo dei suoi compagni.

La scrittura può essere semplificata, le lezioni possono essere semplicemente ascoltate e riassunte su schede date dall’insegnante, i dettati possono essere eseguiti sotto forma di esercizi a buchi. Anche l’informatica può dare il suo contributo: il bambino potrebbe scrivere più facilmente con una tastiera e alcuni software permettono di presentare i testi e gli esercizi in una forma più leggibile.

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Bibliografia

enza

Enza Lagalla, logopedista

Laureata in logopedia nel 2010 presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.    Ho conseguito il diploma di master biennale in Neuroscienze Cognitive nel 2014.

Lavoro presso il Centro Aias Onlus di Sant’Arcangelo, in provincia di Potenza dove mi occupo dell’età evolutiva.

Contatti: https://www.facebook.com/enza.lagalla

Mail: enzalagalla@libero.it

 

22 commenti

  • Annamaria

    Mio nipote è disprassico , devo dire che non ha avuto difficoltà ha imparare ad usare il vasino e poi il water,mangia dà solo e si versa l’acqua nel bicchiere senza problemi, non è capace ad allacciare le scarpe usa quelle con gli strappi, ha un po’ di problemi a scendere dalla scala e si attacca al muro.Il problema è che ha nove anni va dalla logopedista legge le parole corte o che conosce ma fa fatica con la scrittura bisogna dettargli le parole scandendole bene e andando adagio. Mattia scrive e legge lo stampato maiuscolo sempre brevi frasi, non in autonomia. Mattia è in terza ma Il livello è quello di un bambino che frequenta la prima, siccome non vengono fermati andrà alla scuola secondaria ma con che basi per potere frequentare . Grazie mille

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      Ella

      Forse ha anche un disturbo dell’apprendimento. E’ stato valutato? Credo sia necessario un percorso logopedico fintanto che è piccolo e può recuperare

  • Rosa

    Buonasera,sono una mamma penso di un ragazzino disprattici. ..dico penso perché non gli è stata fatta la diagnosi di disprassia ma di bambino che in caso di eccessive emozioni Va in tilt…Il rendimento scolastico è scarso e con la diagnosi dell’ ospedale ha avuto un percorso di studio personalizzato…ma vorrei tanto che facesse delle terapie in un centro…ma non doveva darmele l’ospedale? Io non so da dove iniziare…intanto con l’adolescenza perché mio figlio ha tredici anni,lo vedo peggiorare. ..passa tutta la giornata ad andare avanti e indietro per la casa…Si esclude completamente dai suoi coetanei. ..fa dei gesti strani…Quando mangia combina un disordine indescrivibile. ..Ho tanto bisogno che venisse seguito da specialisti competenti….ma non è possibile che l’ospedale mi ha fatto la diagnosi e non mi ha consigliato delle terapie riabilitative…Ho bisogno tanto di un suo consiglio…grazie…

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      Ella

      Rosa, prima di tutto è necessario ASSOLUTAMENTE parlare col pediatra, resta comunque la figura sanitaria di riferimento per voi e che conosce i servizi della vostra zona. Credo sia necessario intervenire subito soprattutto con un sostegno psicologico e poi con eventuali terapie aggiuntive.

  • Francesca

    Buongiorno. Ho cominciato a cercare informazioni in merito ad una difficoltà di coordinazione di mia figlia che ha 12 anni, soprattutto in ambito sportivo.
    Mi sono sempre accorta che aveva difficoltà di movimento e coordinazione (nella corsa, nel salto, nella pallavolo) ma non sono riuscita a trovare un dottore che avvalorasse la mia tesi.
    Leggendo alcuni articoli in merito alla disprassia mi sempre di cogliere qualche similitudine anche se mia figlia non presenta altre problematiche (difficoltà a scuola o nella vita quotidiana) oltre a quella di riuscire in uno sport o andare in bicicletta.
    Mi chiedo come si possa riuscire a fare una diagnosi corretta, dove rivolgersi e a chi.
    La ringrazio per una possibile risposta

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      Ella

      Non è facile incontrare il professionista giusto, soprattutto che faccia buona diagnosi differenziale. Il neuropsichiatra infantile dovrebbe essere la figura corretta, oppure centri dove si occupano in modo specifico di queste difficoltà. Non sono molto informata perché io mi occupo prevalentemente dell’ambito delle disprassie verbali. Allego un libretto esaustivo e come riferimento su Roma c’è il gruppo della dott.ssa Sabbadini. http://www.aidee.it/old/pdf/libretto.pdf

  • Chiara di gioia

    Buonasera dott.sa sono la mamma di un bimbo di 5 anni a mezzo…è un bimbo molto sereno e buono xo dentro di me ho sempre notato comportamenti strani tipo difficoltà nello scrivere qualche lettera e nel raccontare la vita quotidiana…mi sono rivolta ad un neuropsichiatra infantile e mi ha diagnosticato disprassia e difficoltà nella motricità fine???sono entrata in panico e non so cosa fare sopratutto come aiutarlo !!!mi fa male pensare che lui vive dentro di se un disagio quando si relaziona con i compagni!!puo darmi un suo parere?!grazie mille

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      Ella

      Ciao Chiara, la domanda è molto specifica, non ho capito se questa diagnosi è di disprassia verbale … come ogni disturbo può essere più o meno grave, se siamo arrivati ai 5 anni senza interventi specifico, probabilmente non è molto grave. Ritengo che di nuovo il problema sia che quando un medico fa una diagnosi, si debba anche preoccupare di spiegare ciò che significa … cosa che raramente avviene nel dettaglio … vi è stato proposto un percorso riabilitativo? Penso che tu possa ricontattare NPI e chiedere di avere un colloquio per capire meglio. Diversamente sono sempre disponibile per una consulenza online al fine di chiarire alcuni punti:

  • Anna

    Salve. Sono Anna mamma di Lorenzo (quasi 4 anni). Lorenzo fa logopedia già da un anno circa 2 volte la settimana. La logopedista usa il metodo prompt e da poco abbiamo introdotto un po’di linguaggio dei segni lis per aiutare il bambino a comunicare. È stata diagnosticata dalla neuropsichiatra infantile disprassia verbale e motricità fine. Sono molto spaventata ma cercherò di aiutarlo più che posso. E qui sta la mia domanda: oltre e logopedia e psicomotricità.. giochi mirati e esercizi.. posso fare altro?

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      Ella

      Mi sembra che stiate già facendo tutto il necessario, non resta che goderti il tuo bimbo anche senza fare nulla, è importante vivere in modo positivo il tempo libero. Un caro saluto

  • Valentina Pozzi

    Buona sera, anche a mio figlio di 9 anni hanno riscontrato la disprassia, non associata a dislessia o altro.
    Sono fiera perché nonostante le sue difficoltà nelle cose giornalieri, ci ha sempre messo forza e perseveranza.
    Ha avuto risultati ottimi, le difficoltà ci sono , ma ha buona tempra…
    La difficoltà più grossa, è il rapportarsi con gli altri bambini, ha un linguaggio essenziale con fatica alle spiegazioni, spesso mi accorgo , che gli altri lo mettono da parte, ma anche se vedo che lui dice che non è vero, vedo che ci sta male.
    Volevo chiedere se con il tempo questo lato migliora e se c è qualche modo per aiutarlo.
    Grazie.
    V

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      Ella

      Buongiorno, non so dirle perchè esistono diversi gradi di gravità e mnon ho capito se il bambino fa logopedia oppure no. Credo di sì e dovrebbe chiedere a chi segue il suo bambino quale può essere l’ipotesi di miglioramento 🙂

  • Francesca Curatelo

    Salve sono la mamma di Cosimo che ha 6anni ha scuola ha difficoltà nei compiti nel leggere e non ricorda quasi mai le lettere e i numeri .Abbiamo fatto una visita dalla npi. dove mi accerta che ha difficoltà nel apprendimento disturbo specifico degli apprendimenti (f81)funzionamento cognitivo limite (f83) disturbo del movimento (f82) in tutto questo vorrei capire

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      Ella

      Bisogna parlare con il npi fate tutte le domande che dovete, il medico è lì apposta. Avete ricevuto una diagnosi di disturbo dell’apprendimento che vi dev’essere spiegata

  • Melissa

    Buongiorno mia figlia ha 20 mesi ed è nata con asfissia perinatale trattata con ipotermia… La risonanza Nn era bellissima ma ripetuta nel tempo l’emorragia si è riassorbita. La bimba fa psicomotricità da qnd ha 3 mesi di vita i miglioramenti ci Sn ma Nn Cammina ancora, ci prova solo se sostenuta o con il girello (anche se sconsigliato) ma a volte per far riposare le braccia è utile un pochino. Nn gattona e non si muove di sua spontanea volontà… Muove le braccia e le gambine ma Nn ha 1.bella cordinazione motoria… Le braccia Sn 1 po’ rigide ma compie movimenti.. Si può parlare di disprassia o c’è altro sotto? L neurologa è rimasta stupefatta dei miglioramenti che ha fatto perché per qll che ha subito la bimba è 1 vero e proprio miracolo! Spero sia così! Ci han detto che cmq l’ipotermia ha rallentato i processi della piccola… Sa dirmi qlcosa in merito?

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      Ella

      Non sono un medico, quindi non posso esprimere nessun giudizio, certamente il recupero di questo tipo di situazioni può essere molto ampio, quindi la sua bimba sembra procedere al meglio. Tuttavia queste domande vanno rporpio rivolte alla neurologa che vi segue. In bocca al lupo per tutto

  • Elena

    Buonasera, sono l’insegnante di sostegno di un ragazzo disprassico. Le chiedo un consiglio in merito ad un progetto che coinvolga la classe e faciliti l’integrazione e la socializzazione. Grazie

  • Rosa

    Salve sono la mamma di un bambino (4 anni appena compiuti) a cui è stata diagnosticata disprassia generalizzata con maggiore deficit a livello verbale. Ha iniziato logopedista a 18 mesi ma ancora non parla … dice solo papà e qualche vocalizzo … le chiedo se riuscirà mai a parlare … sono molto preoccupata e vivo continuamente con punti interrogativi… mai nessuno sa darmi una risposta a quel che sarà. Mi dispiace tanto vedere triste il mio bambino perché non riesce a comunicare e inizia ad essere tanto frustrato . Grazie

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      Ella

      Immagino Rossella. La disprassia verbale può avere vari gradi di severità, speso sono disturbi complessi che richiedono molto tempo per risolversi. Non posso darle una risposta perchè sarebbe necessario visionare i dati clinic delle valutazioni fatte finora per capire cosa è stato fatto e come reagisce. Le suggerisco di porre sempre tutti suoi dubbi a chi vi segue e di fare mille domande, meglio una in più, che tenersi la preoccupazione. In bocca al lupo per tutto.

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