Area Logopedisti,  Disturbo di apprendimento,  Giochi e libri

Tubò e strumenti compensativi

tubò

Ecco qui l’ultimo post dedicato all’imparare divertendosi per i bambini più grandini che già sono approdati alla scuola primaria.

Tubò  pitagorico è un giochino didattico molto carino di Quercetti scoperto sul bel sito di Federica Dosi,  Orso Azzurro. Ok, in fondo non è altro che una tavola pitagorica moderna, ma certamente molto più accattivante di quella che tutti conosciamo; la mia bambina, che è in quarta elementare, ha ripassato tutte le tabelline in modo autonomo e divertente e superato brillantemente tutte le mie interrogazioni!

Tubò è un tubo con le estremità che ruotano e consentono al bambino di regolarlo sulla tabellina che vogliono ripassare; in questo modo visualizzano sia il risultato della moltiplicazione che della corrispondente divisione, oppure tutta la tabellina per intero, è molto maneggevole e di uso intuitivo.

La cosa che ho più apprezzato è stata che, se ben usato, consente al bambino il raggiungimento di una graduale autonomia evitando di fare continuo riferimento all’adulto per la conferma dei risultati.

Età d’uso: dalla seconda elementare. Puoi trovarlo QUI.

Uso alternativo: oltre che per raggiungere maggiori gradi di autonomia e indipendenza nello svolgimento dei compiti, potrebbe essere strumento compensativo per bambini con difficoltà di apprendimento legate ai fatti numerici, la discalculia di cui vi ho già parlato in questo post.

Una delle difficoltà principali dei bambini con discalculia evolutiva è generalizzare certe competenze, come ad esempio la conoscenza delle tabelline. Le tabelline, oserei dire “odiate” da praticamente tutti i bambini, sono uno dei fulcri degli apprendimenti della scuola primaria, su cui poi si basano una serie di successive capacità. Si rende spesso necessario l’uso di strumenti compensativi che possano alleggerire il bambino di una parte del lavoro: quella esecutiva.

A carico del bambino rimane sempre e in ogni caso il ragionamento e procedimento per arrivare a formulare una soluzione e una risposta. Per questo motivo non comprendo la ostinazione di alcuni insegnanti o genitori nel non lasciare usare tali strumenti che  in fondo forniscono un aiuto per giungere alla risposta ad una domanda che il bambino prima di tutto deve sapere formulare.

6 commenti

  • Marta

    Bello strumento, condivido a pieno le considerazioni che hai fatto e lo”stupore”per tanta rigidità. Proverò a consigliarlo….

  • Murasaki

    Ciao sono arrivata qui cercando esperienze con il Tubò pitagorico che abbiamo appena regalato al nostro settenne.
    Lui è all’inizio della seconda e le tabelline non le ha ancora iniziate, ma era talmente affascinato dal meccanismo delle moltiplicazioni (che ha intuito da solo qualche settimana fa) che continuava a chiedermi di insegnargliele.
    Non volendo interferire con la scuola, ma volendo accontentarlo ho optato per questo strumento che lo diverte molto.
    Come dici tu, per utilizzarlo il bambino deve comunque aver prima capito il procedimento, ma non mi è chiaro cosa intendi circa ” l’ostinazione di certi genitori e insegnanti sull’uso di questi strumenti”.
    Io non sono un’esperta, quindi mi piacerebbe capire meglio la tua posizione… grazie!

    • Avatar photo

      Ella

      Ciao Murasaki, benvenuta, leggo ogni tanto il tuo blog (perlomeno lo leggevo, ora sono in un periodo pessimo). Hai ragione a non aver capito, infatti nella frase mancava un pezzo (fretta e poco tempo), grazie della segnalazione. Ora ho corretto e si dovrebbe capire.
      Capita a volte che alcuni genitori o alcuni insegnanti non vogliano fare usare ai bambini gli strumenti compensativi perché dicono che così non fanno nemmeno un minimo sforzo per provare ad imparare. In realtà io penso che possano essere utili proprio utilizzandoli con la modalità che hai spiegato tu: se il bambino si avvicina in modo “rilassato” ad un apprendimento e ne capisce il funzionamento, allora di fronte al successo dei suoi tentativi proverà piacere e si dedicherà di più a tale attività. In questa ottica, addirittura, sarebbe meglio usare prima tali strumenti (come hai fatto tu con il tuo bambino) e poi successivamente farli andare in autonomia. Grazie del tuo intervento molto utile. (PS: penso che abbiamo una conoscenza comune)

      • Murasaki

        Grazie per il chiarimento, perché in effetti avevo capito il contrario e mi sembrava strano!

        Ps: ora però sono curiosa sulla conoscenza comune… Non puoi lasciarmi in sospeso, o mi dai un indizio oppure mi scrivi una mail o un messaggio sulla mia pagina Facebook… 😉

        • Murasaki

          No, ok non ce n’è più bisogno, l’ho scoperto da sola, dato che è l’unica tra i miei contatti Facebook che segue la tua pagina… È ora che ci penso forse mi aveva anche accennato di una sua conoscenza blogger… 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *