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Chi ha paura del logopedista?

paura

Cari amici tutti, devo dire che da quando, a settembre, è partita la nuova rubrica “La domanda del mese” con il post sull’autostima, c’è stato un aumento considerevole delle visite, ma soprattutto delle mail in cui mi chiedete consulenza (faccio un po’ fatica a rispondere a tutti, ma sto facendo del mio meglio); che immensa soddisfazione. 

Però, c’è un però, c’è sempre un però.

Nonostante il clima di grande fiducia vostra nei miei confronti, sento, tra le righe, quella sensazione di paura, scoramento, resistenza, non so nemmeno io come chiamarla esattamente, di fronte alla evenienza di dover accompagnare il vostro bambino dal logopedista. Perché?

Anche io sono una mamma e so bene come ci si sente quando si deve affrontare un percorso clinico, ma a volte proprio faccio fatica ad individuare i motivi di questo disagio. Forse posso anche immaginarli, ma se avete voglia di esplicitarli, mi sarà più facile rispondere alle vostre domande in futuro.

Forse immaginate che la visita sia qualcosa di invasivo, cosa che proprio non è, per esempio.

Forse immaginate il vostro piccolo bambino costretto a rispondere a domande difficili, cosa che proprio non è …

Forse …

Mi piacerebbe conoscere questi vostri pensieri, se volete lasciarmi qualche commento qui, mi aiutereste a capire. Coraggio, si parte.

6 commenti

  • BABBOnline

    Ti dico, anzi ti scrivo, la mia.
    Secondo me la paura deriva da due elementi (parlo da genitore).
    La prima deriva dal fatto che non si tratta di un “disturbo” (uso le virgolette perché non so se sia corretto) conosciuto e chiaro. E questo mette ansia. So, ma correggimi se sbaglio,che ci sono dei range di tolleranza. Almeno, per l’esperienza che ho io, il bambino effettua dei test che lo inquadrano in un’area. Ovviamente non è come avere o non avere un braccio rotto 🙂 Quindi, i genitori, di solito poco a conoscenza della materia, si fidano e, allo stesso tempo, non si fidano di questi risultati. Di solito, infatti, rispondono dicendo che “a casa” va tutto bene (es. legge bene…). Come se dipendesse da altri fattori. Oppure si fidano poco, in quanto materia poco chiara, del logopedista in generale. Di solito, i genitori dicono che “quel/la logopedista” è un po’ brusco, forse il bambino si trova male. Come se il problema dipendesse dalla situazione, dal momento in cui è dal logopedista.
    Poi l’eventuale problema del bambino mette in discussione la famiglia perché necessita di una modifica anche nel rapporto con i genitori, ovviamente solo dal punto di vista dell’apprendimento o ad esempio della lettura. Anche banalmente dalla necessità dall’avere degli incontri con il logopedista, di seguirlo da questo punto di vista. Lo stesso vale per il mondo della scuola e degli insegnanti del bambino, che in alcuni casi devono adeguare lo stile di insegnamento. Inoltre, considerando che queste diagnosi vengono effettuate da piccoli, i genitori si immaginano scenari futuri di problemi scolastici a non finire.

  • Ella Mo'

    Grazie Babbo del tuo contributo. Apprezzo la tua analisi. E’ vero che i disturbi di linguaggio sono poco conosciuti ed in generale anche l’atteggiamento dei pediatri è quello di attendere la crescita del bambino.
    Il mondo clinico tutto, oggi nel 2012, si basa sulle evidenze cliniche e dice che le diagnosi e gli interventi precoci permettono di risolvere il problema linguistico in modo soddisfacente nella maggior parte dei casi.
    questo vuole essere un messaggio di incoraggiamento a non aver paura, perchè secondo me nell’immaginario collettivo c’è una visione molto negativa della logopedia che invece permette di risolvere i disturbi in modo completo in molti casi (dipende poi dalla gravità).
    Per quel che riguarda gli scenari futuri di problemi scolastici a non finire, effittivamente può succedere: se il bambino non risolve il disturbo di linguaggio, molto probabilmente avrà anche un disturbo di lettura e scrittura.
    Grazie del tuo contributo, speriamo incoraggi altri interventi.

  • tobina

    La mia unica resistenza a portare i bimbi dalla logopedista è… il prezzo! Capisco e concordo sul fatto che sono professioniste e non possono svilire il proprio impegno e il proprio valore, ma una logopedista privata qui chiede 50 euro a seduta, considerato che mio figlio dovrebbe fare due sedute a settimana… Di sicuro se non troverò un’alternativa (es. qualche centro convenzionato) faremo i sacrifici necessari, però suo fratello, che forse avrebbe bisogno anche lui… per ora se la può scordare!

    • Ella Mo'

      Ciao Tobina, importantissimo anche questo contributo che si scontra con la vita reale. Anch’io se dovessi andare in un centro privato non me lo potrei permettere.
      Forse non tutti sanno che esistono i Servizi di Neuropsichiatria Infantili a cui si accede con cup o per appuntamento diretto. Il bambino viene sottoposto a visita neuropsichiatrica e poi passa al logopedista se necessario. Il servizio pubblico prevede il pagamento del ticket in base alle condizioni economiche del nucleo familiare.
      Certo i tempi sono un po’ lunghi ( immaginate quanti bambini ogni settimana arrivano!) ed è per questo che è utile muoversi con largo anticipo; a disdire si fa sempre in tempo.
      Scusa se te lo chiedo: in che zona d’Italia sei? Perchè 50 euro per una seduta di logopedia mi sembrano francamente un po’ eccessivi!
      Grazie per il tuo prezioso commento, speriamo sia utile anche ad altri.

  • tobina

    Ciao Ella, sono della provincia di Milano. Mi sono rivolta alla nostra UOMPIA di zona ma i tempi d’attesa variano da 9 mesi a un anno e mezzo… e visto che so che in questi casi è meglio agire in tempi brevi, sto cercando di vagliare delle alternative a quel salasso. Grazie per la tua attenzione al problema, magari ti aggiorno quando trovo una soluzione 😉

  • Ella Mo'

    Ciao Tobina, sarei contenta di restare aggiornata sul tuo percorso. Comunque in generale il nord Italia è molto caro, ma non pensavo si potesse arrivare a 50 euro. Qui a Parma, indicativamente, i prezzi si aggirano tra i 30 ed i 40 euro in base al tipo di trattamento, fermo restando che ogni terapista è libero di chiedere la tariffa che vuole. Io lavoro nel pubblico, quindi non sono aggiornatissima.

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