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Come la Logopedia può aiutare l’ortodonzia

 

di Margherita Malanchi, logopedista

Come può il lavoro del logopedista aiutare quello dell’ortodonzista? Intanto andiamo a capire meglio il ruolo del logopedista: in questo caso è il professionista esperto delle funzioni orali, ovvero respirazione, deglutizione, masticazione e articolazione dei suoni. Il logopedista svolge un’attività riabilitativa ai fini di ripristinare una condizione di equilibrio intervenendo quindi su:

  • Respirazione
  • Alimentazione
  • Linguaggio

Queste funzioni sono connesse tra di loro perché svolte dagli stessi organi e si influenzano e si condizionano a vicenda. Pensiamo a quando abbiamo il raffreddore, parliamo con il naso chiuso, respiriamo male e spesso abbiamo anche meno fame!

Le funzioni orali se sviluppate adeguatamente mantengono schemi orali corretti e influenzano in modo benefico lo sviluppo e la forma del sistema orofacciale e delle arcate dentarie. Invece, se non tempestivamente curate, le alterazioni delle funzioni orali portano a ciò che è definito squilibrio muscolare orofacciale (SMOF).

Importanti sono le primissime fasi di sviluppo delle funzioni orali del neonato, pensiamo che appena nato il bambino è edentulo, la lingua occupa completamente il cavo orale, è piatta e concava e il meccanismo di suzione, deglutizione e respirazione sono coordinati e ritmici in un rapporto di 1:1:1.

Piano piano evolvono; pensiamo che intorno a 6 mesi può iniziare lo svezzamento e il bambino è pronto per affinare sempre di più il processo di masticazione. Intorno al primo anno di vita, non solo compaiono i primi dentini (incisivi centrali), ma iniziano anche i primi movimenti laterali e di rotazione della lingua. Inoltre, il labbro superiore inizia a compiere un movimento verso il basso e cerca di raccogliere il cibo dal cucchiaio. Dal punto di vista anatomico, gli organi fono-articolari iniziano a svilupparsi e compaiono le prime paroline!

Dai dodici mesi in poi, piano piano, la masticazione si perfeziona e la lingua assume la corretta posizione.

La lingua svolge un ruolo fondamentale, è il bilanciere del nostro corpo, pertanto se funziona correttamente permette al bambino di crescere in equilibrio e in simmetria.

Ognuno di noi deglutisce circa 1200 – 1400 volte in un giorno e se la deglutizione non avviene in maniera corretta può portare a traumi e modificazioni della struttura della bocca e dell’intero distretto oro facciale. Nello stesso tempo, alterazioni anatomiche o problemi posturali possono condurre a una deglutizione deviata.

Il raggiungimento di un’armonia anatomica e funzionale delle arcate dentarie e del viso nel complesso, richiede spesso un approccio multidisciplinare.  Una stretta collaborazione tra ortodonzista e logopedista è indispensabile al fine di raggiungere risultati stabili nel tempo: il primo, anche attraverso l’uso di apparecchi ortodontici, cerca di riportare ad una buona struttura anatomica e l’altro di riequilibrare la funzione muscolare mediante la terapia miofunzionale.

come possiamo sapere se la lingua è nella giusta posizione?

Pronunciate la lettera “L”: la lingua dovrebbe stare, a riposo,  in contatto sfiorante quel punto, e comprimerlo durante la deglutizione.

LA POSTURA CORRETTA DELLA LINGUA IN POSIZIONE DI RIPOSO è IN ALTO, con la punta della lingua che va a sfiorare il palato superiore precisamente a livello della papilla retroincisiva.

IN PRESENZA DI ABITUDINI SBAGLIATE O VIZI ORALI il bambino non sviluppa una deglutizione funzionale. La lingua permane basse e il bambino non matura una corretta posizione della lingua. Continua a mantenere una deglutizione INFANTILE oltre l’età prevista.

LA DEGLUTIZIONE DISFUNZIONALE O INFANTILE: è caratterizzata dalla permanenza, oltre il limite fisiologico dell’età, di una deglutizione tipica dell’età infantile, con deviazione della SPINTA LINGUALE sia in condizioni di riposo, sia durante l’atto deglutitorio.

Il passaggio della deglutizione infantile a quella adulta, in condizioni fisiologiche avviene autonomamente.

  • Fino ai 6 mesi  la lingua occupa interamente il cavo orale. La deglutizione avviene con la lingua interposta tra i cuscinetti gengivali;
  • Intorno ai 18-20 mesi inizia il graduale passaggio dalla deglutizione infantile alla deglutizione di tipo adulto che si raggiunge intorno ai 5-6 anni.

Possibili cause di deglutizione disfuzionale

CAUSE FISIOLOGICHE

  • Infiammazione cronica delle tonsille
  • Proliferazione eccessiva di tessuto adenoideo
  • Disfunzione tubarica e/o otiti ricorrenti
  • Rinite allergica e/o asma bronchiale
  • Frenulo linguale corto

ABITUDINI VIZIATE

  • Respirazione orale
  • Errori dietetici
  • Succhiamento del dito
  • Succhiamento del ciuccio e suo uso prolungato nel tempo
  • Parafunzioni autolesive

Un accenno al famoso ciuccio: il ciuccio è oggetto esterno, però dal bambino viene considerato e introiettato come prolungamento del proprio corpo, quindi il distacco è fase delicata, come togliere il guscio alla tartaruga.

Come togliere il ciuccio al bimbo? …CON GRADUALITA’!

  • Lasciandoglielo sempre della stessa misura, senza cambiare ciuccio in base all’età. Man mano l’anatomia del bambino cresce, la bocca diventa più grande, lui non trae più soddisfazione dal succhietto e a un certo punto lo lascerà.
  • È consigliabile prestare attenzione al momento in cui iniziare a fare a meno del ciuccio: è importante evitare la concomitanza con periodi particolari caratterizzati da cambiamenti significativi nella vita del bambino, come ad esempio l’ingresso all’asilo, la nascita di un fratellino, il trasferimento in una nuova abitazione. È auspicabile, inoltre, che l’eliminazione proceda in maniera graduale, cercando di limitarne l’uso nel corso della giornata.
  • Ridurlo durante il tempo diurno; in un ambiente alla volta (in collaborazione con l’asilo) e verbalizzando il cambio di routine “Ora sei stanco, ti sei fatto male.. Ti do il ciuccio così ti consoli”.
  • In un secondo momento, si toglie per la notte (non è necessario sempre).
  • Iniziare a tenerlo in tasca “Adesso non ti serve, puoi tenerlo in tasca”, dà comunque sicurezza.
  • Non si torna indietro, altrimenti si rischia di creare l’effetto-elastico (è necessario essere padroni della gestione del processo) e di comune accordo con chi si occupa del bambino.

Come si manifesta la deglutizione disfunzionale

  • sporgenza della lingua verso il bicchiere o il cucchiaio durante l’assunzione dei cibi
  • deglutizione dei cibi con bocca semiaperta e spinta anteriore della lingua tra i denti
  • deglutizione dei cibi con eccessiva chiusura e tensione delle labbra e spinta della lingua dietro i denti
  • preferenza per cibi semiliquidi, semisolidi, frullati o spezzettati
  • eccessiva salivazione e possibile perdita di saliva durante la masticazione ed il sonno
  • alterazione della masticazione (lenta e faticosa, veloce, grossolana e rumorosa, unilaterale e a labbra aperte

L’intervento logopedico

I sintomi più frequenti della presenza di uno squilibrio muscolare orofacciale sono:

  • Respirazione orale e russamento durante la notte
  • Alterata pronuncia di alcuni fonemi come la S di “sole” e “casa” e la Z di “pozzo” e “zanzara” posizionando la lingua tra i denti
  • Scarsa presenza nella dieta alimentare di cibi duri e impegnativi da masticare
  • Presenza di vizi orali come succhiarsi il dito, mordicchiare matite, penne e oggetti vari, mangiarsi le unghie
  • Palato stretto e alto
  • Presenza di anomalie dentali

In questi casi i logopedista attua una terapia miofunzionale, mirata a riportare l’equilibrio neuromuscolare orofacciale, comprende esercizi di:

  • respirazione
  • rinforzo dei muscoli masticatori, delle labbra e della lingua
  • allenamento della corretta postura della lingua a riposo
  • impostazione e automatizzazione dell’adeguato meccanismo della deglutizione
  • rieducazione di eventuali abitudini viziate

quanto dura?

La durata del ciclo riabilitativo è fortemente influenzata dalla motivazione e dalla collaborazione del bambino. Nella maggior parte dei casi, con circa una decina di sedute, si riesce a risolvere, completamente o parzialmente, la problematica iniziale.

Le singole sedute, della durata di 40-45 min ciascuna, vengono effettuate inizialmente una volta alla settimana e di seguito ridotte nel tempo per arrivare ai controlli a distanza ogni 30 – 45 giorni.

cosa si deve fare a casa

Gli esercizi individuati dalla logopedista, dovranno essere eseguiti con costanza quotidianamente per 10- 15 minuti al giorno.

a che età

Un percorso completo di terapia miofunzionale può iniziare a partire dai 7 anni.  Nei bambini più piccoli è importante eliminare eventuali abitudini viziate per prevenire delle complicanze secondarie.

è efficace?

La terapia miofunzionale è “nota” da più di trenta anni ed è praticata in molti paesi del mondo. Recenti studi scientifici hanno dimostrato che l’80 – 90% dei casi con disordini miofunzionali orofacciali hanno ottenuto il ripristino volontario di tutte le funzioni muscolari orofacciali deviate nonché l’automatizzazione delle funzioni stesse. (Hahn&Hahn, 1992 – Andretta p., 2003).

Perché in alcuni casi una volta tolto l’apparecchio i denti tornano come prima?

  • Presenza di vizio orale
  • Postura scorretta della lingua a riposo e in deglutizione
  • Muscolatura orofacciale non sufficientemente allenata

Prima di intraprendere un percorso di logopedia, E’ consigliato abbandonare in maniera graduale i vizi orali del vostro bambino! La “Formula magica” E’ IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA COERENZA, REGOLE E RINFORZO E COMPRENSIONE!

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Sitografia

Pagina SMOF Italia: https://www.smofitalia.it

Centro Terapia Miofunzionale: http://www.centroterapiamiofunzionale.it/wp/?page_id=7

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Margherita Malanchi, Logopedista – STUDIO IDEE Sovigliana (Vinci)

393 8285475 – margheritamalanchi@gmail.com

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